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L’ATN di Ileana Capurro vota e fa votare Francesca Menna

by Flavio Cioffi
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L’ATN, l’Associazione Transessuale Napoli, ha recentemente preso una posizione molto netta sulle imminenti elezioni amministrative napoletane. Ha avanzato al candidato Gaetano Manfredi una richiesta esplicita che riguarda Francesca Menna, già assessore comunale alle pari opportunità: riconfermatela! Ma procediamo con ordine.

Avvocato Ileana Capurro, lei è Presidente dell’ATN. Ce ne parla?

L’Associazione è stata fondata nel 2007 dall’attuale vicepresidente Loredana Rossi, che è sempre stata un punto di riferimento della comunità trans. Portavoce dei suoi disagi e delle sue difficoltà, soprattutto di quelle delle persone più ai margini, cacciate di casa, costrette a prostituirsi, che vivevano di espedienti, ha capito l’importanza dello strumento associativo e quindi ha fondato l’ATN. Oggi, a distanza di tempo, siamo una realtà multiservizi, nel senso che il nostro sportello si avvale di operatrici Pari: persone transessuali che ricevono persone transessuali e le accompagnano in un percorso. Che non è sempre lo stesso perché non tutte hanno le stesse esigenze. Noi abbiamo da molti anni un accordo con il II Policlinico per accompagnare queste persone, perché in funzione della relazione dello psicologo si può cominciare il percorso ormonale. Ci sono poi molte persone transessuali che cominciano in maniera autoindicata la cura ormonale.

Perché la definisce cura? Quale sarebbe la malattia?

Non c’è, ovviamente. E’ solo un termine di riferimento nell’ambito del Sistema sanitario, altrimenti non sarebbe gratuita. Ma è troppo complicato cambiare. Adesso stiamo interagendo con l’Aifa per una serie di questioni che riguardano i medicinali. Nel momento in cui, a me che sono nata biologicamente donna, viene prescritto un ormone mascolinizzante, quel testosterone che mi viene dato non è mai stato testato su una persona femminile. Quindi tutti i protocolli saltano e l’endocrinologo ha bisogno ancora della relazione dello psicologo che dichiari la distonia di genere.

Parliamo dei disagi sociali, scolastici e lavorativi.

La prima socialità è la famiglia, quindi i primi problemi sono in famiglia. Esistono persone che si mettono nei panni dei propri figli che dichiarano la transessualità e sono pronti ad accogliere e a capire le difficoltà del percorso. Ci sono invece persone che vivono di stereotipi e spesso dicono ai figli transessuali: meglio gay. Perché lo puoi nascondere, mentre la transessualità è troppo evidente. La scuola. La scuola non riesce a dare risposte ai ragazzi che non si identificano con il genere di appartenenza. Molto spesso vengono messi da parte e finiscono per abbandonare la scuola. Bisogna dare agli insegnanti gli strumenti per capire le risposte da dare davanti alla manifestazione di disagio. E’ chiaro che una persona del sud con una bassa scolarizzazione si inserisce con difficoltà nel mondo del lavoro. E c’è anche una differenza tra FtoM e MtoF. Nel maschio che diventa femmina è molto più evidente la transessualità, mentre un volto femminile che diventa maschile riesce a camuffarsi e ad inserirsi più facilmente.

Quindi una discriminazione di tipo maschilista?

Assolutamente si. Ed anche le donne discriminano altre donne. Persino l’associazione nazionale lesbiche è contro le donne trans perché biologicamente non sono donne.

Quanti iscritti ha l’ATN?

Siamo nell’ordine di 500 iscritti. Ai quali vanno aggiunte le persone che riceviamo allo sportello e che non si possono permettere i 20 euro di iscrizione. Noi li consideriamo comunque iscritti e forniamo loro allo stesso modo i servizi. Oltre a noi, in Campania non ci sono associazioni specifiche trans, ci sono associazioni lgbtq che intercettano anche la comunità trans. L’avamposto del Meridione siamo noi.

Veniamo alle comunali. Cosa avete chiesto esattamente a Manfredi?

Insieme all’associazione ALFI Le Maree e all’Arcigay, che però poi si è spostata su un candidato interno, abbiamo chiesto la riconferma della professoressa Francesca Menna come assessore alle pari opportunità. Francesca, come assessore, in due anni ha fatto cose inimmaginabili. Ha avuto la forza e la determinazione di portare avanti obiettivi che nessuno prima era riuscito a realizzare. Noi, che siamo un’associazione apolitica e apartitica, abbiamo capito che stavamo perdendo l’opportunità di continuare un lavoro. Perché chiunque verrà domani dovrà ricominciare da zero. Francesca non solo ha già raggiunto degli obiettivi, ma ha seminato per raggiungerne altri. Quindi abbiamo rivolto questa richiesta a Manfredi, che è il candidato che stiamo sostenendo, facendoci portavoce della nostra comunità.

E la risposta di Manfredi?

E’ stata di apertura e disponibilità. Anche lui apprezza il lavoro di Francesca. Ovviamente ha sottolineato, oltre alla necessità di vincere le elezioni, anche quella di una interlocuzione con il M5Stelle. Tenga conto che noi lo abbiamo incontrato prima che Francesca si candidasse con il Movimento.

Cosa vi aspettate che faccia la Menna se riuscisse a diventare assessore?

Innanzitutto, continuare il lavoro che abbiamo iniziato. Ampliando lo spazio di accoglienza della casa-rifugio per le vittime di violenza che proprio Francesca ha realizzato. Accogliendo le persone anziane trans che non hanno più nessuno. Riducendo i tempi dell’ufficio anagrafe per il cambio del nome, oggi ci vogliono anche tre anni dopo la sentenza del Tribunale.

Quindi voterete Francesca Menna e con lei Gaetano Manfredi.

Votiamo e facciamo votare. Porteremo tanti voti, migliaia. E chiedo, a tutte le persone che hanno a cuore le problematiche lgbt e soprattutto delle persone transessuali, di andare a votare. Non si può sempre delegare l’associazione pensando che possa fare miracoli, non è così. Se abbiamo una interlocuzione al Comune con persone che sanno ascoltarci e ci aprono la porta, noi possiamo portare benessere alla comunità e incidere sui diritti delle persone. Votare Francesca Menna significa fare un percorso di avvicinamento al riconoscimento dei diritti della comunità.