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Autonomia differenziata. Ora ci pensa la Federico II

by Flavio Cioffi
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Non me ne voglia l’amico Gaetano Manfredi, Magnifico Rettore dell’Università di Napoli Federico II, ma l’Osservatorio universitario sul regionalismo differenziato, nato per indicare al legislatore soluzioni ragionevoli ed efficienti, somiglia tanto alla Commissione per valutare i costi e i benefici del TAV.

Una parte politica (il M5Stelle), apparentemente contraria all’autonomia proposta (vedremo se manterranno la posizione o faranno, appunto, come col TAV), mostra di volersi dotare di un supporto tecnico per scrivere una nuova autonomia, un’autonomia migliore. Parola di Luigi Di Maio.

Non sappiamo se l’Osservatorio sia nato su iniziativa dell’università o previo accordo con una parte del Governo, ma il vicepremier grillino ci ha comunque messo il cappello e questo basta a far nascere qualche dubbio sulla reale indipendenza del neonato organismo.

Altri dubbi sorgono se ci si chiede dove fosse la Federico II quando i passati governi di centrosinistra aprivano formalmente le trattative con le Regioni del Nord dando concreto avvio alle procedure dell’autonomia differenziata.

Il supporto tecnico (non scientifico, qui la scienza non c’entra niente) serve per realizzare al meglio un progetto. Voglio ottenere un certo risultato, scrivimi la legge. L’Osservatorio ha ricevuto da qualcuno le necessarie indicazioni o avanzerà una sua proposta? Nel primo caso si ridurrebbe ad un consulente d’ufficio (TAV), nel secondo assumerebbe un ruolo squisitamente politico.

Sostenere di voler proporre soluzioni presuppone che esista un problema, la cui individuazione presuppone a sua volta un obiettivo. Obiettivo e problema di chi? La risposta è politica e va lasciata ai politici, che rispondono agli elettori e possono essere mandati a casa. I professori universitari, no.

Per essere ancora più concreti, De Luca ha avanzato al Governo una sua proposta di autonomia per la Campania. Di Maio si è detto contrario perché questo significa legittimare il processo. Ora, lasciando perdere che l’autonomia è nel contratto di Governo firmato da Di Maio e non si capisce quale maggiore legittimazione possa venire, l’Osservatorio di fatto dovrà fare la sua valutazione al riguardo, che non potrà che essere sostanzialmente politica e ripercuotersi sulle prossime elezioni regionali.

Se ognuno facesse pragmaticamente il proprio mestiere, noialtri cittadini, sulla cui pelle si prendono certe decisioni, capiremmo e sceglieremmo meglio.