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Balneabilità in Campania. Le valutazioni dell’Arpac al termine della stagione

by Ferdinando Maria Cioffi
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Si chiude la campagna di monitoraggio 2019 delle acque di balneazione campane. Lo comunica l’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente in Campania.

Da inizio aprile a fine settembre sono stati effettuati 2.590 controlli in mare, dei quali 195 risultati sfavorevoli con un’incidenza molto simile a quella riscontrata nel 2018.

“La criticità più frequente – spiega Lucio De Maio, responsabile della UO Mare Arpac – è rappresentata dai fenomeni piovosi … Si rimarcano le carenze infrastrutturali dei cosiddetti sistemi a fogna mista, dove le acque pluviali non sono separate dalle acque di fogna e, in caso di forti piogge, i collettori fognari sono sottoposti a un carico eccessivo con l’attivazione dei cosiddetti tubi di ‘troppo pieno’. In casi del genere, questi tubi scaricano a mare materiale non depurato…”

Numerosi i prelievi per situazioni ritenute anomale, risultate nella maggior parte dei casi causate da fioriture algali. In particolare, sul litorale domitio-flegreo e nel golfo di Salerno, più raramente in Cilento. Questi fenomeni sono stati favoriti da fattori climatici.

“A conclusione del monitoraggio effettuato quest’anno – dichiara il commissario Stefano Sorvino – si può affermare che … una larghissima maggioranza dei tratti costieri è stata promossa a pieni voti. Permangono tuttavia alcune criticità, concentrate soprattutto nel Casertano (in prossimità della foce dei Regi Lagni), nel Golfo di Napoli (alcuni tratti del litorale vesuviano non ancora risanati e l’area intorno alla foce del Sarno), nonché in prossimità dei principali fiumi che sfociano in provincia di Salerno…”

Ora l’Arpac sarà impegnata ad elaborare, sulla base dei dati relativi all’ultimo quadriennio, la classe di qualità di ciascuna acqua di balneazione. Saranno così stabilite le diverse relative modalità di gestione e monitoraggio nonché l’eventuale adozione di misure di risanamento. Le acque che risulteranno di qualità “scarsa” saranno considerate “non idonee alla balneazione” all’inizio della prossima stagione balneare.