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Cent’anni fa con Bordiga nasceva il PCd’I

by Flavio Cioffi
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Cade oggi il centenario del Partito Comunista. Nel gennaio del 1921, a Livorno, nacque infatti il Partito Comunista d’Italia. Segretario generale, il napoletano Amadeo Bordiga. Dopo breve tempo, il partito cambiò nome. Un cambiamento all’apparenza insignificante, divenne Partito Comunista Italiano, ma in qualche modo quel cambiamento testimoniò il passaggio allo stalinismo. Bordiga saltò e il suo ruolo divenne nel tempo di mera testimonianza.

Ho tirato fuori dagli scaffali della mia biblioteca un vecchio libro: “Relazione del partito comunista d’Italia al IV congresso dell’Internazionale comunista novembre 1922” – Iskra Edizioni, prima edizione aprile 1976. Nell’introduzione di Armando Conticini si parla del “disagio di chiunque sia legato al PCI e cerchi di spiegarsi i primi due anni di vita del partito. Dapprima affogati nell’oblio, se non nella diffamazione, poi lentamente riesumati, appaiono inevitabilmente, al militante di partito, come una misteriosa età, se non come un Eden dimenticato, certo come una preistoria inspiegabile, una fanciullezza riprovevole…”

Per comprendere meglio, vi propongo un brevissimo stralcio del “Progetto di programma d’azione del partito comunista d’Italia” che fa appunto parte della Relazione all’Internazionale del 1922.

“Secondo i principi ed il programma dell’I.C., il Partito Comunista si prefigge il rovesciamento del potere statale borghese da parte del proletariato rivoluzionario. Il raggiungimento di tale obiettivo esige, in Italia, che siano debellate tre principali forze avversarie: l’apparato statale con tutte le sue risorse di forza politica e militare; il fascismo con la sua potente organizzazione controrivoluzionaria; la socialdemocrazia, che con la sua predicazione pacifista distoglie una parte grandissima del proletariato dalla lotta rivoluzionaria.”

Ne è passata da allora di acqua sotto i ponti.