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I ministeri femminili voluti da Papa Francesco

by Maria Mastrullo
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Nell’ottavo del suo Pontificato, Papa Francesco apre alle donne i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. Lo fa con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Spiritus Domini”, promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano e nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.

Si ai ministeri femminili per ricoprire la missione del laicato. Resta fermo il no al sacerdozio, ovvero ai ministeri ordinati: la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale.

Modificando il canone 230 del Codice di Diritto Canonico, che prevede che il conferimento alle donne di questi due particolari ministeri avvenga con un atto liturgico, viene riconosciuta alle fedeli la prassi di leggere le scritture, aiutare come ministranti e distribuire l’eucarestia. La prassi già lo permetteva, ma da oggi diviene riforma stabile per tutta la Chiesa cattolica. Si parla quindi di fedeli “laici” in generale e viene abolito il passaggio che specificava “di sesso maschile”.

In tante parrocchie già oggi ci sono diverse donne che leggono le letture del giorno o che dispensano l’eucaristia assieme al prete durante le funzioni religiose. Molti vescovi autorizzano già questa prassi, seppure non in tutte le parrocchie venga seguita, in virtù di una peculiare forma di esercizio del sacerdozio battesimale e in aiuto del ministero specifico di vescovi, presbiteri e diaconi, offrendo un opportuno sostegno al ruolo di evangelizzazione che spetta alla comunità ecclesiale.

Fino a oggi, però, tutto questo aveva luogo per deroga, per una concessione che superava quanto concesso nel 1972 da Paolo VI. Papa Montini, pur abolendo i cosiddetti “ordini minori”, aveva deciso di mantenere riservato l’accesso a questi ministeri alle sole persone di sesso maschile perché li considerava propedeutici a un eventuale accesso all’ordine sacro.

Papa Francesco, anche sulla scia del discernimento emerso dagli ultimi Sinodi dei vescovi che hanno evidenziato la necessità di approfondire dottrinalmente l’argomento, dopo aver sentito il parere dei Dicasteri competenti, ha voluto ufficializzare e rendere istituzionale questa presenza femminile sull’altare e, pertanto, ha ritenuto di provvedere alla modifica del Codice di Diritto Canonico. “I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti; tuttavia tale conferimento non attribuisce loro il diritto al sostentamento o alla rimunerazione da parte della Chiesa”.

Il Pontefice ha agito accogliendo tali raccomandazioni e in seguito a diverse richieste arrivate in merito da più assemblee sinodali. “Lo Spirito del Signore Gesù, sorgente perenne della vita e della missione della Chiesa – spiega Francesco – distribuisce ai membri del popolo di Dio i doni che permettono a ciascuno, in modo diverso, di contribuire all’edificazione della Chiesa e all’annuncio del Vangelo. Questi carismi, chiamati ministeri in quanto sono pubblicamente riconosciuti e istituiti dalla Chiesa, sono messi a disposizione della comunità e della sua missione in forma stabile”.

Nell’orizzonte di rinnovamento tracciato dal Concilio Vaticano II che risponda alle esigenze dei tempi e con il maggior coinvolgimento delle donne alla vita e alla missione della Chiesa, si sente sempre più l’urgenza, oggi, di riscoprire la partecipazione e la corresponsabilità di tutti i battezzati, di entrambi i sessi, e in particolar modo del laicato, all’opera di evangelizzazione.

Questo fa sì che anche le donne abbiano un’incidenza reale ed effettiva nell’organizzazione, nelle decisioni più importanti e nella guida delle comunità. Metterà in luce, pure attraverso un atto liturgico istituzionalizzato, il contributo prezioso che da tempo, comunque, già offrono alla Chiesa con la loro opera e ne incrementerà il giusto riconoscimento.