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Commissione terra dei fuochi. Intervista al presidente Zinzi

by Flavio Cioffi
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L’avvocato Gianpiero Zinzi è il Presidente della III Commissione Speciale, terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie, del Consiglio Regionale della Campania, un osservatorio, e non solo, privilegiato sulla situazione ambientale del nostro territorio. Abbiamo quindi voluto incontrarlo per sapere qualcosa di più e di diverso sull’attuale stato dell’arte.

Il nome della sua commissione è davvero impegnativo, ma quali competenze concrete ha?

Ha proprio centrato la questione. E’ una commissione speciale e quindi ha solo la possibilità di esprimere pareri non vincolanti sui disegni e sulle proposte di legge, ma visto che il regolamento ci consente di svolgere audizioni su temi specifici ed effettuare sopralluoghi, pur non avendo poteri effettivi, abbiamo deciso di accendere i riflettori sui territori e sulle loro emergenze per affrontare compiutamente i problemi. Raccogliamo le denunce e chiediamo alla Giunta regionale di intervenire tempestivamente, svolgendo una funzione di impulso e di stimolo. Ci scrivono gli amministratori comunali, i cosiddetti osservatori civici, le associazioni ambientaliste e noi trattiamo le problematiche sollevate in audizioni mirate, alle quali sempre chiediamo la partecipazione della Giunta.

Pur non avendo il potere di intervenire sulla gestione, abbiamo avanzato diverse proposte di legge per intervenire sulla norma. La prima è stata quella sulla parametrizzazione dei livelli delle sostanze odorigene nell’aria, a seguito della vicenda relativa alla Ecotransider di Gricignano il cui impianto è stato chiuso all’esito della nostra audizione conseguente agli esposti dei cittadini, ma è bloccata in Commissione ambiente, così come tutte le altre nostre proposte, che per regolamento devono passare appunto da quella commissione permanente per arrivare in aula.

Ma se esiste una commissione ambiente a cosa serve questa commissione speciale?

Ad inizio legislatura, oltre alle commissioni permanenti se ne istituiscono di speciali. La proposta di istituire la nostra partì dai 5Stelle e per una distrazione della maggioranza, che si astenne al momento del voto, la proposta passò e fu istituita una commissione che, nei fatti, è un doppione di quella ambiente ma senza averne i poteri. Però stiamo colmando questa distanza con un forte impegno quotidiano ed il nostro lavoro si nota tanto per qualità che per costanza.

Parliamo della terra dei fuochi.

Siamo abituati a definire così quel territorio non solo a causa dei roghi, ma anche della lettura romanzata che a volte ne è stata data. Se da un lato la denuncia è servita ad alzare il livello di attenzione, dall’altro il nostro territorio è stato eccessivamente penalizzato sul versante delle eccellenze agroalimentari. Il fenomeno è indubbiamente in via di contenimento, anche se resiste uno smaltimento illecito di rifiuti che origina i roghi. Si tratta di una filiera che parte dalle aziende che producono in nero e necessariamente smaltiscono illegalmente con la complicità di italiani e, in molti casi, di stranieri. Dai dati cui abbiamo avuto accesso si evince che molti roghi avvengono infatti all’interno dei campi Rom.

Questo si collega alla sua recente proposta di legge regionale per lo smantellamento dei campi Rom in Campania?

Esatto, rientra in un pacchetto di proposte che riguardano il tema terra dei fuochi, come quella sull’individuazione dei parametri che consentano di stabilire quando un terreno è effettivamente inquinato, e non vuole affatto colpire i Rom, piuttosto riqualificare luoghi di degrado ambientale.

Allora è vero che si sta avvicinando alla Lega?

Ma no, la proposta di legge nasce da un lungo lavoro. Già a inizio legislatura il gruppo di Forza Italia ne avanzò una analoga, poi io e il collega Mocerino decidemmo di andare oltre offrendo anche una soluzione alternativa alle persone che vivono nei campi in condizioni di degrado, per cui abbiamo presentato una nuova proposta a fine maggio, prima che nascesse l’attuale governo e l’impegno del ministro Salvini, che io giudico comunque serio perché affronta la questione senza ipocrisie.

Passiamo alle ecoballe.

Va riconosciuto alla Giunta l’impegno ad affrontare il problema e al governo Renzi e al ministro Galletti di aver stanziato una cifra senza precedenti: 450 milioni di euro in tre anni. Però lo smaltimento è in realtà un’operazione di trasporto fuori regione, con costi elevatissimi e un cronoprogramma completamente disatteso. Avremmo dovuto raggiungere nel 2017 il 14%, ad oggi ci troviamo sotto il 2,5%. Di solito non si riesce a fare le cose perché mancano le risorse, in questo caso le risorse esistono, quindi il piano di smaltimento è sbagliato.

L’attuale legge regionale sui rifiuti ha abbandonato la termovalorizzazione prevedendo diversi tipi di impianti che però non sono stati ancora realizzati.

Minore è la presenza di impianti sul territorio maggiore è il consenso, è politicamente più conveniente non realizzarli. Inoltre, la legge regola la governance nella maniera peggiore, a distanza di due anni non c’è un ambito territoriale che abbia cominciato a funzionare, solo oggi si va verso la scelta dei direttori generali, e la norma non può combinarsi con un piano che prevede una percentuale di raccolta differenziata che non siamo in condizioni di raggiungere nei tempi previsti. Tutto questo dimostra che la legge regionale non funziona, tanto che adesso tornerà in aula per essere modificata.

ARPAC.

L’agenzia regionale per l’ambiente ha una serie di problemi ereditati dal passato, quello principale è la carenza di personale, legato all’insufficienza delle risorse. E’ una questione politica, perché quando si governa si sceglie su cosa investire e a cosa dare la priorità. Non possiamo immaginare che in Campania, storicamente in emergenza, gli organici dell’Agenzia per l’ambiente siano sottodimensionati. Dovremmo anzi essere la regione meglio attrezzata.

Bonifiche.

Continuiamo a monitorare le attività della Giunta Regionale. In molti casi si parla di bonifiche, ma a sproposito perché si tratta di attività estremamente costose. Per questo motivo sostengo da sempre che sarebbe stato preferibile spendere i 450 milioni delle ecoballe, che non si riesce a smaltire, per le bonifiche. Uno sforzo generale sull’ambiente si è visto, ma sono stati commessi errori sotto il profilo legislativo, della pianificazione, della gestione e i risultati prodotti sono insufficienti. Ci avranno anche provato, ma non ci sono riusciti.

Cosa farà il centro destra alle prossime elezioni regionali?

C’è un disagio evidente in Forza Italia che impone una riflessione anche alla luce dei prossimi appuntamenti elettorali. Sarebbe utile fare un’analisi e sarebbe utilissimo che qualcuno facesse autocritica, perché noi oggi dovremmo cominciare a ragionare sul prossimo progetto di governo della Regione ed è necessario creare un clima di serenità che attualmente non esiste. C’è un dato di fatto evidente ed è che in Campania ci sono uomini e donne di qualità, persone impegnate sui territori e soprattutto lontane da quella parte della politica che finora ha fornito un pessimo spettacolo. Insomma, c’è un’altra Campania ed è la parte sana su cui abbiamo il dovere di puntare!

di Flavio Cioffi