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Manfredi lascia e DeMa chiede un accordo. Intervista a Salvatore Pace

by Flavio Cioffi
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Manfredi

Dopo la rinuncia, a meno di ripensamenti, da parte di Manfredi a candidarsi Sindaco di Napoli, cosa cambia nel quadro politico? Lo abbiamo chiesto a Salvatore Pace, nuovo capogruppo di DeMa in Consiglio comunale.

La Clemente si candida in ogni caso, giusto?

Allo stato attuale la Clemente si presenta. Se però dovesse intervenire un accordo politico con l’indicazione di un nome in grado di assicurare un percorso politico comune, anche in continuità con i valori della nostra Amministrazione, allora si dovrà vedere.

Stai parlando di Fico?

Sicuramente Fico è una figura che offrirebbe garanzie in tal senso. Ma credo che non si candiderà. Auspico quindi che si arrivi al più presto ad un accordo all’interno del centrosinistra, se non elettorale, politico. Anche in vista dell’eventuale ballottaggio. Perché De Luca ha già organizzato tre liste di appoggio a Maresca.

Come dire: ognuno candidi chi vuole e poi, a seconda di chi va al ballottaggio, ci sediamo e trattiamo?

E’ un’ipotesi. Altra ipotesi è mettere i nomi sul piatto e vedere quale ha più chances. Ma questo solo se il tavolo non fosse inquinato. Perché una cosa sono le forze che si muovono a Napoli e un’altra quelle che cercano di inserirsi a Napoli.

Cioè De Luca?

Mi riferisco soprattutto al sistema De Luca. Che è un sistema che non si poggia su proposte politiche, quanto piuttosto su cordate di tipo elettorale. E questo è un problema.

Veniamo agli altri candidati di centrosinistra. Sergio D’Angelo.

Sergio D’Angelo è un tecnico di grandissimo valore. Però mi sembra che dal punto di vista politico il suo sia un azzardo. Per quanto strutturato nel mondo delle cooperative e dell’impresa, non ha sufficiente appeal elettorale.

Bassolino.

Bassolino va rispettato e giudicato per quello che ha fatto in passato, quando si governava con regole completamente differenti dalle attuali. Oggi l’approccio è del tutto diverso.

Cosa pensi della rinuncia di Manfredi?

Vincere facile piacerebbe a tutti. La richiesta che fa Manfredi è la stessa che noi abbiamo fatto nel 2016, lo Stato deve assumersi le sue responsabilità per i tagli che ha operato a carico dei Comuni e per i debiti che gli ha accollato. Questo però non vuol dire che in assenza di risposte si smette di lottare.

Però voi, in dieci anni, quali risultati avete ottenuto?

Attenzione, oggi c’è una narrazione completamente alterata della realtà. Napoli non sarà Ginevra, però è una città che in 10 anni ha fatto alcune cose importanti. Siamo usciti da un’emergenza rifiuti mettendo in piedi, nonostante l’assenza di un piano regionale, un sistema di raccolta che oggi ci consente di raggiungere il 41% di differenziata, e non era facile. Siamo riusciti ad asfaltare oltre 250 Km di strade. Abbiamo portato a compimento operazioni importanti nei quartieri periferici. Abbiamo garantito il ciclo dell’acqua rifacendo gran parte della rete fognaria. Siamo riusciti a spendere il 98% dei nostri fondi europei. Abbiamo preso l’ANM che era un’azienda fallita e l’abbiamo risanata, anche comprando 200 autobus e 7 locomotrici per la metro. Questo nonostante che già in partenza la Corte dei Conti avesse certificato la illegittimità dei bilanci della gestione Iervolino. Ma non abbiamo dichiarato dissesto, perché il dissesto mette in ginocchio la città, e siamo riusciti a chiudere l’esercizio finanziario 2015 in pareggio, approvando il ripiano del debito trentennale. Poi sono cambiate le regole: obbligo di pagare i debiti del terremoto del 1980; di accantonare il 75% dei crediti non ancora riscossi; sopravvenuta illegittimità della normativa sui predissesti. Per cui abbiamo dovuto utilizzare tutte le risorse per pagare il debito. Il piano di rientro è stato finanziato da Cassa Depositi e Prestiti che ha applicato un tasso d’interesse del 5%, quando i tassi erano all’1%.

Si potrebbe fare, però, un elenco almeno altrettanto lungo di cose che non hanno funzionato. Perché i Napoletani dovrebbero votarvi di nuovo?

Quando è arrivato il Covid parlavamo di 4,5 milioni di turisti all’anno. Il nostro progetto scommetteva proprio sul rilancio turistico e culturale della città e stava dando buoni frutti. Noi vogliamo continuare a valorizzare le risorse della città sul piano del turismo e della cultura, tenere basse le aliquote Irpef per le fasce meno abbienti, affrontare nel quadro del nuovo PUC la questione delle periferie, risolvere il problema della carenza di personale del Comune, continuare a lavorare sul fondamentale asset dei trasporti. Abbiamo amministrato dieci anni senza uno scandalo, con la massima onestà e trasparenza.