fbpx
Home COVID 19 Coronavirus. Centralità dialogante

Coronavirus. Centralità dialogante

by Lucia Severino
0 comment
Conte centralità dialogante

Non è facile stare dietro all’enorme produzione normativa e regolamentare di questi giorni (noi ci stiamo provando fin dall’inizio), centrale e regionale, quando non addirittura comunale. La gente è subissata da decreti, ordinanze, circolari e via dicendo. Spesso di non agevole interpretazione ed applicazione e che a volte rimanda ad ulteriori provvedimenti da assumersi da parte di altre Istituzioni.

Non è necessariamente colpa di qualcuno, in gran parte è una conseguenza dell’emergenza. Però il problema esiste e lo stesso Governo sembra aver avvertito l’esigenza di mettere ordine nella filiera di comando. Lo ha fatto con il Decreto-Legge di mercoledì scorso, il n. 19 del 25 marzo.

Per contrastare la diffusione del virus, possono essere adottate misure, su tutto il territorio nazionale o su parte di esso, della durata di 30 giorni. Reiterabili fino al 31 luglio 2020, data di scadenza dello stato di emergenza. La natura delle misure possibili viene dettagliatamente specificata in ben 28 punti. C’è dentro un po’ di tutto.

Ma chi ha il potere di adottare tali misure? Il Capo del Governo, su proposta del Ministro della salute o delle Regioni. In casi di estrema urgenza può intervenire direttamente il Ministro della salute, ma solo fino all’adozione del DPCM.

Nel caso di specifico aggravamento del rischio sanitario, le Regioni possono introdurre norme ulteriormente restrittive, valide solamente fino al DPCM. Ma, attenzione, esclusivamente negli ambiti di loro competenza e comunque mai sulle attività produttive e di rilevanza strategica per l’economia nazionale.

Questo perché le filiere produttive sono interconnesse, e qualunque decisione presa a livello locale incide sulla produzione a livello nazionale. Tanto che la Confindustria ha raccomandato alle sue associazioni regionali di non intervenire e di lasciare la trattativa al livello centrale.

E i Sindaci? Non possono emanare ordinanze contenenti misure difformi da quelle statali, a pena di inefficacia. In pratica, non possono fare niente.

Le sanzioni a carico dei trasgressori vengono chiaramente definite. E si stabilisce, una volta per tutte, che i controlli li fanno i Prefetti, avvalendosi della Polizia e dell’Esercito. Con buona pace dei presidenti/sceriffi che millantano di stabilire pene e mandare i Carabinieri a casa della gente.

Quindi comanda solo il Governo. Si tratta infatti della nostra libertà di circolazione, che è un diritto fondamentale, la cui limitazione attiene all’ordine pubblico e non può che essere di competenza centrale. Tuttavia, per esigenze legate all’urgenza, si è evidentemente voluto in parte condividerne l’attuazione in maniera decentrata. Responsabilizzando le Regioni e legittimando temporaneamente provvedimenti da queste presi più restrittivamente, salva ratifica governativa.

Una sorta di centralità dialogante. Ma sempre centralità, finalmente.