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De Gregorio racconta EAV

by Flavio Cioffi
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E’ vero che vuole fare il sindaco di Napoli con l’appoggio di De Luca?

No, non è vero. Sto facendo un lavoro complicato, insidioso, per certi versi entusiasmante e sono solo a metà dell’opera. Quindi per ora sono concentrato su questo e non penso ad altro.

Per ora.

Per ora, certo. Nella vita potrei fare anche il presidente del consiglio. Io tengo moltissimo alla mia città e tutto ciò che la aiuta a risollevarsi è nel mio animo.

Proprio in quest’ottica, non è il momento di fare squadra per risolvere i problemi del trasporto a Napoli?

Tutto il sistema del trasporto pubblico locale è estremamente complesso e tutte le aziende hanno i loro problemi. EAV tre anni fa era vicina al fallimento, pochissimi bus e treni in circolazione, dipendenti sfiduciati, cantieri fermi. Oggi i dipendenti si sono un pò ripresi, abbiamo qualche treno e qualche bus in più, i conti sono in equilibrio e abbiamo investimenti in corso per circa un miliardo di euro. ANM, che ha un compito molto più semplice perché ha una rete metropolitana nuovissima e serve il centro della città, sei anni fa faceva circolare 400 bus e oggi circa 200 e si trova in concordato. Il problema di ANM è uno solo: il socio, cioè Il Comune, che è in dissesto e questo si ripercuote sui trasferimenti ad ANM.

Ma il Comune, che dà ad ANM 50 milioni all’anno, sostiene che sia assurdo che la Regione versi gli stessi soldi.

De Luca, al settore dei trasporti nel suo complesso non ha tolto un euro. Per dare qualcosa in più ad ANM dovrebbe toglierlo a qualcun’altro. A chi? Ad EAV di cui è socia e che ha una rete ferroviaria vecchia con 170 stazioni? Se il bilancio di ANM, come sostiene il presidente della Napoli Holding, Manzo, è oggi in equilibrio, perché deve avere più soldi?

Per migliorare il servizio, magari.

Sarei pure d’accordo. Purché non vengano tolti ad EAV.

Lei ha ereditato una situazione difficile, ma oggi qual è lo stato della gestione aldilà dei trasferimenti straordinari da parte della Regione?

No, ci tengo a sottolineare una cosa. Io ho trovato 591milioni di euro, IVA compresa, di crediti nei confronti della Regione. Già iscritti a bilancio da un commissario governativo in epoca Caldoro. E avevo dei debiti. Quindi ho detto a De Luca che mi doveva pagare. Non c’è stato alcun contributo straordinario, ho fatto una transazione e incassato un credito. Nessuno mi ha regalato niente.

Ma al netto di questi soldi, la gestione caratteristica dell’azienda come sta?

In equilibrio. Tenga però presente che EAV è l’unica azienda di trasporto in Italia che, oltre a gestire il servizio, è soggetto attuatore degli investimenti per conto della Regione.

E si lamenta? Un potere enorme.

Sicuramente un ruolo di grande responsabilità. Ma i problemi sono infiniti. Oggi abbiamo un conto economico in equilibrio, il valore contabile dell’azienda è passato in tre anni da 10 a 140milioni di euro. Negli anni 2012/2015 aveva prodotto perdite per oltre 300 milioni, nel triennio successivo ha prodotto utili per 90 milioni. Non sono utili della gestione caratteristica, ma derivanti dalla gestione straordinaria. Cioè, io ho incassato il credito nei confronti della Regione e mi sono seduto con i creditori.

E gli ha proposto: pochi, maledetti e subito.

Esatto. E quindi ho avuto delle sopravvenienze attive. Nell’interesse di EAV ma direi della collettività.

Come giudica nel complesso i servizi offerti da EAV ai cittadini?

Insufficienti. Assolutamente insufficienti. Ma, allo stesso tempo, miracolosamente attivi. Quando sono arrivato i treni camminavano per combinazione. La circumvesuviana, che ha mille problemi, aveva gli ultimi treni comprati sostanzialmente fermi per via di un contenzioso con Ansaldo. Se io non avessi fatto una coraggiosa transazione, la circumvesuviana si sarebbe completamente fermata. Scontiamo un ritardo nell’acquisto di materiale rotabile e nelle infrastrutture, ventennale.

Fra quanto tempo i servizi diventeranno almeno sufficienti?

Abbiamo già un miglioramento in atto. Io metto in testa a tutto le assunzioni, perché oggi non abbiamo capitreno, macchinisti, ingegneri e autisti. Ho sbloccato il turn over e siamo partiti con un programma che entro l’anno sarà completato. Abbiamo riaperto tutti i cantieri con investimenti per oltre un miliardo di euro. Abbiamo una gara in corso sulla circumvesuviana per 40 nuovi treni nei prossimi 4 anni. Le premesse ci sono tutte. I tempi: la cumana entro un anno sta a posto; sulla circumvesuviana in un paio d’anni il servizio sarà sufficiente.

Il rapporto Pendolaria di Legambiente è stato duro.

Noi siamo tra le aziende del settore più antiche e anche con più problemi, e per rimettere in sesto EAV ci vogliono forse 10 anni.

Ah, me l’ha detto quanto tempo ci vuole veramente.

Noi in tre anni abbiamo fatto già miracoli. Ora dobbiamo fare tutto il resto. Ciò premesso, nel rapporto di Legambiente ci sono anche dati positivi. Rimaniamo penultimi in classifica, però si dice anche che tra le 20 opere strategiche nazionali 2 riguardano l’EAV: il raddoppio del binario sulla circumflegrea e i nuovi treni della circumvesuviana.

Vandalismo. Cosa si può fare?

Diciamo prima cosa abbiamo fatto. Grazie alle azioni poste in essere, i dati del nostro servizio sicurezza, 2018 sul 2017, ci danno un meno 33% di atti vandalici e un più 50% di arresti. E’ molto un problema di percezione. Prima che arrivassi io, dei problemi non si parlava. Io invece comunico molto, qualcuno dice troppo.

Diciamo che ha un approccio politico alla comunicazione.

Ma io in realtà non faccio il manager. Secondo lei con i problemi che c’erano un manager veniva a fare l’amministratore di EAV? Se non si ha una forte sensibilità civica o politica, per me sono la stessa cosa, non lo si fa.

Insomma, se uno non vuole fare il sindaco di Napoli non viene a prendersi l’EAV.

Comunque sia, io ho comunicato e ho comunicato anche i problemi compresi gli atti di vandalismo. Questo ci ha fatto percepire i mille problemi, ma prima erano tremila, solo che non si raccontavano.

A questo proposito, come le è venuto in mente di fare quel commento sul recente episodio di violenza nella circumvesuviana?

Era un commento assolutamente appropriato. Se mi si chiede cosa penso dell’episodio io rispondo che questi ragazzi sono dei delinquenti. Ma alla domanda: lei che direbbe alla ragazza, io rispondo, oggi ancora di più, che la ragazza deve stare attenta con chi esce. Lo direi a chiunque, anche a un uomo.

Vabbè. Parliamo di relazioni sindacali.

Le tensioni con i sindacati in queste aziende ci sono sempre se non vuoi che comandino loro. Le scelte strategiche devono farle gli amministratori non i sindacalisti. Ciò detto, la dialettica viva con i sindacati è inevitabile, in particolare in un’azienda che non ha personale e se i macchinisti si rifiutano di fare lo straordinario si ferma metà del servizio. Questo è un tema strategico. Io devo gestire un’azienda che ha sette sigle sindacali su tre tavoli diversi, l’ho chiamato il tricameralismo imperfetto. Se anche una sola sigla, anche la più piccola, si mette di traverso e fa sciopero e allo sciopero partecipa anche un solo addetto ai passaggi a livello, la ferrovia si ferma. Io contesto che non ci sia, nel sistema dei servizi pubblici essenziali, un’idonea regolamentazione del diritto di sciopero che impedisca gli abusi.

Cosa mi dice dei lavori della bretella di Monte Sant’Angelo?

Non sono di EAV, che è il soggetto beneficiario, ma sono gestiti dal commissario Catenacci. I lavori stanno avendo una serie di problemi connessi alla circostanza che l’impresa esecutrice è l’Astaldi che sta vivendo un momento delicato.

Pompei.

Abbiamo un investimento di 80 milioni di euro. Qualche parlamentare dei 5Stelle lamenta che per evitare i passaggi a livello facciamo i sottopassaggi. Un’osservazione singolare visto che siamo obbligati a eliminare i passaggi a livello. E’ un’opera importantissima, che era ferma e l’abbiamo riattivata.

Castellammare.

E’ venuto qualche giorno fa il Sindaco e mi ha chiesto di riprendere in mano il progetto di apertura delle stazione Terme. Gli ho detto che non è una cosa semplice perché è chiusa da 20 anni, ciononostante ci siamo impegnati a fare un approfondimento.