fbpx
Home In Italia e nel mondo Decreti, Tagli e Sentenze

Decreti, Tagli e Sentenze

by Flavio Cioffi
0 comment

Diamo un’occhiata alle novità politiche dell’ultima settimana.

La più rilevante, secondo noi, è quella del decreto dignità. Aldilà del nome orripilante (sembra il titolo di un action movie), si propone di contrastare il precariato, la delocalizzazione delle imprese, la ludopatia e di procedere alla semplificazione fiscale.

Bisogna chiedersi se si tratti di obiettivi condivisibili, se rappresentino una priorità per il Paese e se la norma sia idonea allo scopo.

Alla prima domanda si può rispondere, in linea di principio, positivamente. L’idea ultraliberista per la quale meno tutele ha il lavoro dipendente, più è volatile, più occupazione e sviluppo si crea è, per usare un eufemismo, opinabile. Senza voler scomodare la teoria del plusvalore e la differenza tra capitale fisso e capitale variabile, è vero piuttosto che aumentano gli utili, il che non comporta automaticamente che aumentino gli investimenti. Se sia giusto, poi, combattere la ludopatia e snellire il sistema fiscale sembra fuori discussione.

Quanto alle priorità per il Paese, il lavoro è certamente la prima, il fisco segue a ruota e la ludopatia non saprei, ma contrastarla è comunque sacrosanto.

Più difficile è capire se le misure previste siano utili.

Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato è diventato meno agevole e più costoso e l’indennità per i licenziamenti ingiustificati è stata aumentata. Sono stati introdotti vincoli ai licenziamenti e alla delocalizzazione dell’attività economica da parte delle imprese beneficiarie di aiuti pubblici. Si potrà discutere del dettaglio, e certamente il Parlamento lo farà in sede di conversione, ma l’impostazione sembra lineare ancorché, forse, si sarebbe potuto osare di più nel tentativo di mettere un freno alla deregulation voluta da Renzi (e che ha portato alla disfatta elettorale del PD, perché quando la sinistra fa cose di destra, perde e la destra vince e ride).

E’ stata vietata la pubblicità di giochi e scommesse. Forse non urgentissimo e non decisivo, ma pubblicizzare il gioco, come il fumo una volta, non è bello.

In materia fiscale solo un ritocco al redditometro, poca cosa, giusto un segnale.

In definitiva, il decreto non è epocale e sembra messo su un po’ affrettatamente per rimontare la corrente del consenso da parte dei 5Stelle, ma la direzione non pare fuori rotta.

Forse analogo discorso può valere per il taglio dei vitalizi ai parlamentari. Il risparmio è irrilevante, il rischio di violare diritti acquisiti concreto, il messaggio formidabile. Propaganda? Certamente, ma si tratta comunque di privilegi che gridano vendetta al cielo e i cui beneficiari dovrebbero avere il buon gusto di rinunciarvi di propria iniziativa, invece di minacciare class action e chiamare alla lotta i normali pensionati perché poi toccherà a loro. Egregi signori, è già toccato a loro, cosa credete sia stata la legge Fornero? Forse inevitabile, ma mica una passeggiata di salute.

Tutta la politica, senza distinguo, dovrebbe approvare compatta la riforma, simbolica quanto si vuole, per decenza e per calcolo. Se si è all’opposizione, ogni ritardo, ogni resistenza, ogni polemica al riguardo aumenta il consenso dei cosiddetti populisti. Se si è al governo si potrà piantare una bandierina: risultato raggiunto. Per il momento la ribalta è di Fico e se l’è meritata.

Tutt’altra questione è quella del sequestro dei 49 milioni di euro a carico della Lega, vicenda delicata che si presta a mille strumentalizzazioni politiche di segno opposto: attacco alla democrazia; restituite il tesoro della Lega; sentenza politica; fuori le correnti di sinistra dall’ANM; le sentenze vanno rispettate. Tutto l’armamentario di banalità che vengono tirate fuori in questi casi.

Ma come stanno effettivamente le cose?

Nel 2017, il Tribunale di Genova condannava svariati ex rappresentanti della Lega, relativamente a condotte di anni precedenti, per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ossia per aver fatto ottenere alla Lega rimborsi elettorali non dovuti, disponendo poi il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta a carico della “Lega Nord” di quasi 49mln di euro, corrispondenti al profitto percepito.

Parliamo quindi di misure cautelari, tuttora non c’è una sentenza definitiva di condanna. Potrebbero ancora essere tutti assolti.

La Guardia di Finanza trova comunque poca roba e i PM chiedono di estendere il sequestro anche alle somme depositate successivamente. Fra Tribunale di Genova (“è comunque necessario stabilire un nesso di pertinenzialità tra i reati e le somme da apprendere e tale nesso è interrotto dalla intervenuta esecuzione del sequestro”) e Tribunale del Riesame (“estensione del provvedimento cautelare a tempo indeterminato”) gli rispondono picche.

Invece la Corte di Cassazione, pochi giorni fa, è stata di diverso avviso ed ha rinviato gli atti al Tribunale per un nuovo esame. Cionondimeno, ha riaffermato il criterio del “nesso di pertinenzialità”, che si desume testualmente a pagina 7 della sentenza, “quale relazione diretta, attuale e strumentale, fra il danaro oggetto del provvedimento di sequestro ed il reato del quale costituisce profitto illecito. Trattasi infatti di assicurare ciò che proviene dal reato la cui confisca è obbligatoria”.

Questo significa che i nuovi contributi elettorali non sono sequestrabili? Se così fosse, di cosa staremmo parlando? Altrimenti, ci troveremmo nel paradosso (non voluto, non vediamo alcun complotto) che per ripagare i cittadini di un danno subito gli si frappongono ostacoli all’esercizio dell’attività politica minando la concreta operatività di un partito.

Da ultimo, cambiando completamente scenario, il Consiglio costituzionale francese ha stabilito che il sostegno disinteressato ad un migrante, pur irregolare, non è reato. Dal principio di fratellanza deriva la libertà di aiutare gli altri, a fini umanitari, indipendentemente dalla regolarità della loro permanenza nel territorio nazionale.

Siamo sempre stati convinti che finché esisterà una Francia libera ci sarà un faro di civiltà acceso per tutto il mondo.

di Flavio Cioffi