Con l’autorizzazione di “newsrimini”, che ringraziamo, sul quale è apparso oggi 6 luglio.
E’ necessaria una premessa. A volte, forse, pensiamo di essere un Paese ricco, che può permettersi, ad esempio, di comprare dall’estero una buona parte dell’energia necessaria a prezzi estremamente elevati, non vogliamo centrali, non vogliamo estrazioni. Del resto, tutti i Paesi li eviterebbero volentieri, ma cercano di mediare e ponderare, facilitando in tal modo la competitività delle imprese e di conseguenza, favorendo il giusto prezzo dei salari, evitando anche di implementare in modo eccessivo e pericoloso il debito pubblico, mettendo a rischio persino i servizi essenziali come la sanità. Un solo dato, per permettere di capire il nostro Paese: a giugno 2024 il debito pubblico ammontava a circa 2.950 miliardi, a giugno 2025 è stimato in circa 3.050, continuiamo ad indebitarci a ritmi difficilmente sostenibili, soprattutto per le generazioni che verranno. Credo che questa, sia la sintesi estrema degli ultimi decenni. Questa premessa è necessaria, per valutare obiettivamente ciò che oggi viene proposto: un’ulteriore spesa, estremamente elevata, destinata ad adeguare la Difesa. Sicuramente importante, ma è necessaria e prioritaria? L’ Europa partorita e cresciuta, ma mai realmente unificata, appare succube degli Stati Uniti a livello di Difesa (e non solo), dopo circa ottanta anni dall’ultimo conflitto mondiale, abbiamo ancora bisogno del “babbo che ci difende”. Purtroppo, anziché cercare di unire gli Stati d’Europa, permangono nazionalismi, che presumibilmente non servono ai Cittadini, ma al mantenimento di apparati costosissimi che non consentono l’unificazione reale. Colpa nostra, perché una cosa di positivo è rimasta, il voto, ma è condizionato da chi si fa condizionare. Comunque, con un ritardo indicibile ed un’avversità alle armi dovuta ai decennali pregiudizi, abbiamo scoperto con lo stupore di un bimbo che nel Mondo esistono “i bulli” e purtroppo, loro decidono con la forza il potere e di conseguenza, l’economia. Ciò nonostante, ad esempio, è bene evidenziare che l’Europa ha una spesa militare complessiva estremamente superiore a quella Russa. Allora, la domanda appare spontanea: perché la Russia è la più grande potenza nucleare del Mondo e noi estremamente scarsi? La risposta è banale: perché non siamo uniti e la spesa militare, già enorme, si perde in miriadi di comandi, di corpi, di tecnologie dei vari Paesi dell’Unione. Vogliamo diventare autonomi nella Difesa, è auspicabile e corretto, ma serve il coraggio di unirsi e spendere ciò che è già stanziato in modo adeguato ed univoco, se lo avessimo fatto, avremmo sicuramente una delle migliori difese del Mondo. Lo possiamo ancora fare, ed i tempi non sono certo più lunghi di un riarmo dei singoli Paesi, peraltro, sicuramente molto meno utile, ed anzi, ulteriormente divisivo. Di certo però, nel nostro Paese esiste un rischio reale, immediato, tangibile, preoccupante, insindacabilmente pregiudizievole per la vita di tutti i Cittadini, prioritario ed inderogabile: LA SANITÀ UNIVERSALE, quella che buona parte del Mondo ancora ci invidia, un fulcro di civiltà, di eguaglianza (ormai rarissimo), di efficienza, di capacità, di altruismo. Per mantenerla, ed anzi per potenziarla, visto che negli ultimi anni è stata scarsissimamente finanziata, o peggio de-finanziata rispetto all’inflazione, ed anche in parte derogata ai privati, servono soldi, tanti soldi. La sanità universale ha un bisogno estremo di personale medico, ma per decenni, anziché implementare i corsi universitari e le scuole di specializzazione, abbiamo inserito il numero chiuso. Servono tantissimi Infermieri, ma li paghiamo come quando per divenire tali era sufficiente la terza media ed un corso propedeutico, mentre ora sono laureati, hanno turni a volte massacranti, responsabilità amplificate, percorsi di carriera pressoché nulli. La sanità ha anche estremo bisogno di consistenti investimenti in ricerca, per l’aggiornamento delle attrezzature, l’ammodernamento dei locali e tanto altro. In sostanza, per rispondere alla domanda posta nel titolo, visto che siamo un Paese estremamente indebitato, a differenza ad esempio della Germania, prioritariamente, preferirei non essere “indifeso nella sanità pubblica”, perché il rischio è immediato e reale, non certo potenziale. Inoltre, non possiamo continuare ad aumentare i debiti per le generazioni che verranno, alle quali abbiamo già svenduto una buona parte del futuro. Infine, auspicherei l’unificazione profonda dell’Europa e delle spese militari già esistenti e la conseguente ristrutturazione generale elle stesse, il tutto, sarebbe estremamente utile anche all’economia, ma è solo un idilliaco sogno, prima del risveglio mattutino.