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Editoriale. Elezioni: il cavallo di Troia

by Pasquale Cuofano
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Ulisse è stato descritto da Omero come l’uomo dal multiforme ingegno, capace flessibilmente di spaziare da un campo all’altro della conoscenza fino ad ordire con spregiudicata lucidità l’inganno del cavallo di Troia. Questo episodio della mitologia non è stato mai troppo apprezzato dai giovani studenti, al contrario si ammirava il popolo troiano e soprattutto Ettore che aveva difeso la Patria fino ad immolarsi nel mitologico combattimento con Achille. Sempre ricorrendo all’astuzia Ulisse sottrasse le armi di Achille ad Aiace, il più forte e meritevole dei guerrieri greci, approfittando della sua malattia e lasciandolo morire su una spiaggia. Gli Dei irati condannano Ulisse a navigare per anni prima del ritorno a casa ad Itaca, occupata dai Proci con la pretesa di sposare la moglie Penelope.

Foscolo narra di come un’onda abbia risucchiato dalla nave le armi di Achille riportandole sulla spiaggia dove giace Aiace morente. Infine Dante assegnerà Ulisse nell’Inferno per avere osato superare le colonne d’Ercole, e lo racconterà naufrago insieme ai suoi uomini.

Una riflessione sull’ordine cosmico destinato a rimettere le cose al posto giusto. Nella Storia le lotte e le alleanze di natura politica con le varie strategie sono chiare, frutto sempre di una visione salvifica collettiva e mai personalistica. L’inganno del cavallo, tristemente funesto per Troia, non porterà bene ai Greci, in quanto più tardi nella lotta per la supremazia da parte delle varie Poleis, si troveranno ad essere definitivamente sconfitti dal macedone Alessandro Magno.

L’episodio del cavallo di Troia, narrato da Omero nell’Odissea e ripreso e ampliato secoli dopo da Virgilio, riesce a dare la giusta spiegazione a quanto sta avvenendo attualmente nella politica. Di certo il riferimento è rivolto ai programmi, ai candidati e alle alleanze che sembrano scarseggiare in questi ultimi tempi. Di fronte a liste e coalizioni improvvisate ed artificiose, in modo palesemente spregiudicato e trasformista, al passaggio da un partito all’altro e da uno schieramento diverso per appartenenza, da centrodestra a centrosinistra.

L’eccezione diventa normalità nella indifferenza degli ignari cittadini, anche se questa volta, complice la pandemia, i voti di opinione nelle urne saranno determinanti e certamente gli elettori sono più avanti dei nani politicanti!

Continua l’inganno e il frutto prodotto rimane lo stesso: gli elettori si abituano alle giravolte nella politica così come nella vita comune, pensano sia accettabile traghettarsi da una parte all’altra senza una visione d’insieme, un programma politico che tenga conto di un pensiero rivolto all’etica, alla persona e al territorio. Diventa legittimo navigare in acque torbide dove personaggi discutibili galleggiano coperti dalla maglietta di turno per esercitare un potere personale ed affermare “comando sempre io”.

Il Cittadino deve costruire il suo impegno politico sull’onestà e la competenza per servire la “res pubblica” della propria comunità. La passione politica, la cultura, la competenza costituzionale e giuridica sono la garanzia di un buon Governo. Oggi è essenziale e opportuno avere amministratori e politici capaci e abili nel determinare l’interesse di tutti. Il cittadino che paga adeguatamente i tributi chiede impegno, rispetto, legalità, servizi e risposte immediate da parte delle Istituzioni.

Questa tornata elettorale che interessa circa mille Comuni, sette Regioni, collegi parlamentari suppletivi e il Referendum nel mezzo del Covid-19 è stata stabilita in un momento di confusione e di preoccupazione per la salute, dove l’Elettore è più interessato agli aspetti sanitari e del quotidiano, al mancato guadagno, al mantenimento del posto di lavoro, al destino scolastico incerto dei propri figli, piuttosto che alle confuse e pasticciate lotte dei partiti in cerca di raccogliere voti non solo per governare gli Enti locali ,ma per contarsi a livello nazionale pro o contro il Governo in carica.

Le tematiche raccontate sui social, nelle TV locali e nazionali, sulla carta stampata, poco attinenti ai reali e concreti interessi dei territori e della gente tendono più che altro a distrarre l’elettore.

Si allontana dai Cittadini l’esatta visione e l’importanza di questo tipo di elezioni e il voto viene espresso in maniera inadeguata. Le Regioni e i Comuni vengano affidati nella confusione generale, visto la presentazione di decine di liste camuffate e di numerosi candidati improvvisati, a persone che si servono della politica per un tornaconto personale o per ricavare una sorta di sostentamento economico, difendere le proprie piccole clientele piuttosto che salvaguardare il bene comune.

La scommessa europea con questa premessa diventa difficile e impraticabile, un difficile cammino per le giovani generazioni. Dopo tutto in Italia conta ciò che si dice, non ciò che si fa!