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Focus Regionali 3. Il Centrosinistra

by Lucia Severino
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Definire di centrosinistra l’alleanza che si sta delineando in appoggio a De Luca forse è un po’ azzardato. Se si considerano di centrosinistra tutte le formazioni e i personaggi politici gemmati dal PD e prima ancora dall’Ulivo (ve lo ricordate?), o che sono stati in qualche modo coinvolti nelle varie maggioranze di Governo alternative a Berlusconi (ve lo ricordate?), allora ci può anche stare. Ma se si fa riferimento ai concreti comportamenti politici assunti, il discorso cambia.

Basti pensare a De Mita e Mastella o ad Italia Viva. Per tacere dei transfughi vecchi e nuovi, provenienti dai meno confessabili padrinati politici. Lo stesso De Luca, pur iscritto al PD e originario del Partito Comunista, è stato un Sindaco e un Governatore di sinistra? Ma proprio nel suo pragmatismo risiede la sua forza. Non ha neanche provato a creare un’alleanza politica, ha inteso solo formare un cartello elettorale.

Una strategia per certi versi obbligata. Per vincere senza l’appoggio dei 5Stelle deve infatti andare oltre il tradizionale bacino elettorale del PD e affini, perché non è sufficiente. Un bacino peraltro riottoso. A livello locale, soprattutto in provincia di Napoli, si è inimicato non pochi Grandi Elettori. A livello nazionale, il PD puntava ad un’intesa con i pentastellati e sta facendo buon viso a cattivo gioco ma senza scendere in campo – almeno finora – decisamente in suo sostegno.

De Luca si è costruito nel tempo due immagini. Quella populista di uomo forte e di buon senso, il famoso sceriffo, per intercettare il voto d’opinione. Quella di amministratore capace di andare incontro agli interessi della società civile e del mondo delle imprese, per attingere al consenso “organizzato”. Ed è stato bravo.

Ancora a febbraio era dato perdente e non era scontato venisse candidato. Oggi pare sia in testa nei sondaggi di circa 5 punti. Che non rappresentano però un margine di sicurezza per più motivi.

Intanto perché la loro attendibilità, di questi tempi, è incerta. Poi perché l’effetto Covid, che finora ha giocato in suo favore, andrà vieppiù scemando e la gente a settembre si troverà a fare i conti con la mancanza di lavoro, di soldi e di prospettive e vorrà presentare il conto a qualcuno. Inoltre, finora ha giocato senza avversari. Non si conoscono ancora gli schieramenti e i candidati che gli si opporranno, ma quando cominceranno a fare campagna elettorale la musica cambierà. Infine, inchieste giornalistiche, esposti, denunce, interrogazioni parlamentari e chi più ne ha più ne metta, cominceranno (hanno già cominciato) a fioccare. Sulla sanità, prima di tutto, e sull’ambiente.

Tutto questo De Luca lo sa bene e non è affatto tranquillo. Ergo, raccatta tutto il raccattabile. Che è tanto, perché Grandi Elettori e imprese vogliono solo vincere e vanno dove gli sembra che tiri il vento. 16 liste, un’enormità. Tanto che sembra vogliano ridurle a 10 per evitare scene di cannibalismo. Ovviamente, in caso di vittoria, dovrà pagare un prezzo notevolissimo in termini di gestione della cosa pubblica.

Ma come diceva Rossella (a proposito di vento): ci penserò domani.