Fosse stato un mondo col verso giusto, secondo i suoi stessi parametri, per il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci non sarebbe stato tanto allegro con i suoi ventimila euro di stipendio mensili percepiti a Bruxelles solo per far parte di quel Parlamento espressione decadente del ‘mondo al contrario’.
Onorevole Generale, prendiamo a pretesto la Sua persona per parlare di quella vasta area di filo e cripto-putiniani che tutti i giorni imperversano sui media e sui social del nostro mondo al contrario. E se prendiamo Lei ad emblema e non altri, è perché gli altri sono giornalisti, intellettuali, accademici, sindacalisti e politici, a busta paga o no dell’ambasciata russa, ma non portano le stellette. Ce ne scuserà, speriamo.
Se lo figura un Suo omologo della parte ‘giusta’ del mondo, un ipotetico generale Vannacciov, alto esponente delle Forze Armate Russe, che a Mosca, in tempo di guerra, pubblica un libro in cui demolisce radicalmente l’organizzazione sociale e politica della Federazione Russa e sostiene che il buon Volodimir Zelenskij ha tutte le ragioni del mondo per opporsi con le unghie e con i denti all’invasione ordinata da Putin? Sarebbe ancora in vita il nostro immaginario generale Vannacciov?
Il mondo che piace al nostro generale/eurodeputato è infatti quello russo, dove “…c’è lavoro, e ce n’è anche tanto. Rispetto a molti posti del mondo, vi si vive anche abbastanza bene… In Russia, nonostante l’incredibile estensione del territorio e l’impossibilità di gestirne e controllarne le frontiere, l’immigrazione clandestina non esiste o è un fenomeno relegato alle popolazioni nomadi delle steppe asiatiche. Il clandestino in Russia non lo vai a fare perché sai che non avrai vita facile… A chi viene accettato è garantito il contratto di lavoro e il contratto per la casa prima ancora dell’ingresso nella terra degli Zar. Se poi non rispetti le leggi e la cultura locale, oltre a finire in carcere per gli eventuali reati commessi, vieni rispedito al mettente senza troppi complimenti… Certo è più facile e conveniente venire in Europa. In Italia se rubi, molesti il prossimo o non paghi il biglietto del treno mica ti rimandano a casa!» [citazione testuale dal Suo libro “Il mondo al contrario”]. Non parliamone poi se sei gay. O un Navalny, che nientedimeno si permette di fare opposizione al padrone del Cremlino!
Veda, generale, nel nostro ‘mondo al contrario’ non ti rimandano a casa neanche se tradisci la Patria. Sì, perché il sospetto – ribadiamo: sospetto – che Lei sia in combutta diretta e consapevole con Putin è per lo meno legittimo. E in un Paese come Lei lo agogna, proprio in quanto alto esponente delle forze armate, come minimo Lei sarebbe stato sottoposto ad un processo per alto tradimento. O non si è accorto che da due anni e mezzo la Repubblica Italiana, alla quale Lei ha giurato fedeltà, è in guerra ibrida con la sua amata Russia e sull’orlo di un conflitto aperto? E non sa che un soldato, di qualsiasi grado, deve alla Patria solo silenziosa disciplina? Magari, se in disaccordo con gli indirizzi del Governo, un militare di alto grado ha il diritto e il dovere di esprimere le sue valutazioni in camera caritatis. Ma nel suo mondo col verso giusto non verrebbe tollerato in alcun modo un generale che fa propaganda per il nemico.
E cos’è se non propaganda disfattista quel suo insistere sulle responsabilità della Nato che avrebbe inquietato col suo espansionismo il buon Putin costringendolo ad invadere l’Ucraina? Citiamo ancora da lei stesso: “L’espansione a est della Nato ha tolto progressivamente spazio vitale alla Russia […] Il Cremlino ha percepito la necessità di difendersi per garantirsi un futuro […] Putin non fa la guerra a Zelensky, ma all’Occidente” [vivaddio, se n’è accorto anche Lei?].
Veda generale, sa perché Lei può scrivere e dire queste cose e tutto ciò che pensa, nonché presentarsi alle elezioni e occupare un posto nel Parlamento di Strasburgo? Perché Lei ha la fortuna di vivere in un Paese col verso giusto. Quello della democrazia!