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Giugliano “terra promessa”. Intervista con il Vicesindaco Pianese

by Flavio Cioffi
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L’enorme territorio pianeggiante e le diverse occasioni di sviluppo fanno di Giugliano in Campania una sorta di terra promessa.

Esordisce così l’ingegnere Domenico Pianese, docente di Costruzioni Idrauliche alla Federico II, Vicesindaco del Comune di Giugliano in Campania, al quale abbiamo chiesto di parlarci dei problemi della terza città della Campania per numero di abitanti e per estensione territoriale.

Giugliano si estende per circa 94 kmq, con una fascia costiera di circa 2,5 km. Ha 123.200 abitanti censiti al 2015 ma, in realtà, coloro che vi risiedono stabilmente non sono meno di 150.000. Un territorio enorme, quindi, con tutte le problematiche proprie degli hinterland delle grandi città, che una trentina di anni fa aveva un terzo degli abitanti di oggi e che sconta, dunque, una crescita smodata, non accompagnata dal necessario sviluppo di infrastrutture. Il che determina, ovviamente, una serie di problemi che l’Amministrazione in carica sta tentando, seppure con notevoli difficoltà, di affrontare in modo organico.

 

Quali sono?

Fondamentalmente, le problematiche sul terreno rientrano tra due diverse tipologie. L’assoluta carenza di infrastrutture idrauliche, soprattutto nella fascia costiera, e l’inadeguatezza dei trasporti pubblici esistenti sia all’interno del territorio comunale che di trasporti da/verso Napoli e da/verso Roma.

 

Cominciamo dall’acqua.

Nei primi sei mesi dall’insediamento, abbiamo valutato, anche attraverso una serie di sopralluoghi mirati, lo stato in cui versano le reti fognarie, idriche e di scolo delle acque superficiali, riscontrando una situazione disastrosa dovuta alle scelte sbagliate operate nel passato e all’inattività del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno che, per problemi finanziari, ormai da molti anni non solo non realizza più interventi di sistemazione idraulica ma non gestisce neanche più correttamente i canali che, spesso, sono diventati recapito di rifiuti.

 

 

 

Come si è arrivati a tanto?

A causa delle modalità con cui si è prima concepito e poi consentito lo sviluppo urbano. Giugliano nasce, inizialmente, con una chiara vocazione agricola, tanto da essere tuttora nota come “La Città della mela annurca”; poi, a partire dalla metà degli anni ’70, è stato dato impulso all’industria, con la realizzazione nella zona intermedia tra il centro storico e la fascia costiera, dell’area ASI; infine, a partire dalla metà degli anni ’80, si sono sviluppati numerosi e ampi insediamenti abitativi. Quest’ultima fase di crescita è proceduta con la realizzazione di agglomerati di tre-quattromila persone per volta: in pratica, come se ogni sei mesi nascesse, in una determinata zona del territorio comunale, un nuovo piccolo comune. Una vera e propria esplosione urbanistica. Dalla metà degli anni ’80 fino alla crisi del 2008 sono sorti grandi parchi, il più delle volte senza adeguate opere di urbanizzazione primaria e secondaria e, in alcune circostanze, nemmeno autorizzati.

Il piano regolatore comunale, dal canto suo, è stato redatto, nella migliore delle ipotesi, senza alcuna competenza. La responsabilità è stata sì dei politici ma, ancor più, anche dei tecnici, che hanno operato senza un disegno complessivo, avviando interventi che non si sarebbero mai dovuti realizzare.

 

Qual è la strategia dell’attuale Amministrazione?

La programmazione comunale prevede, relativamente alla realizzazione di un adeguato sistema fognario, un piano di interventi da 130 milioni di euro. Ovviamente, non si tratta di fondi del Comune, che può farsi carico solo di piccoli lavori che, comunque, sta portando avanti. Ci stiamo muovendo in varie direzioni. Intanto, stiamo cercando di recuperare dei finanziamenti già teoricamente accantonati, nel passato, a favore del Comune di Giugliano. Ad esempio, esiste già da tempo il progetto definitivo, che dovrebbe diventare esecutivo l’anno prossimo, della rete fognaria nera e prime piogge a servizio di una parte della zona costiera, necessaria per risolvere i problemi di carattere igienico-sanitario posti dalla presenza, in tale area, di numerosi pozzi neri, teoricamente a tenuta stagna ma, spesso, contraddistinti dalla presenza di crepe e fessure. Speriamo che la relativa gara sia bandita nel 2018.

Esiste poi un progetto presentato al Ministero per l’Ambiente, dell’importo di circa 37 milioni di euro, finalizzato alla realizzazione di una sorta di “raddoppio” dell’attuale Alveo dei Camaldoli, ed atto a risolvere problemi di raccolta delle acque meteoriche che interessano ben 40.000 abitanti della fascia costiera. Siamo in attesa della relativa approvazione e contiamo di avviare un primo lotto funzionale già nel corso di questa consiliatura.

 

Questo favorirebbe lo sviluppo della zona di Licola e Varcaturo?

Si. Peraltro, il progetto prevede anche una pista ciclabile e una strada di penetrazione. E’ poi possibile il concorso di investitori privati finalizzato a nuovi insediamenti abitativi per 10.000 residenti potenziali. Inoltre, la Regione ha assunto l’impegno di inserire nel Masterplan Domitio la ristrutturazione di via Licola Mare, con una vera risistemazione del waterfront, per complessivi 10 milioni di euro destinati al solo territorio comunale di Giugliano. Nei prossimi mesi sarà sottoscritto il relativo protocollo d’intesa.

 

E il lago Patria?

Finora è stata un’occasione mancata. Ma stiamo collaborando con la Città Metropolitana e la Regione per realizzare attorno al lago una nuova strada e una pista ciclabile, con aree di sosta e attrezzature sportive, che faranno da attrattore per i gitanti del fine settimana, che possono rappresentare una risorsa importante per il nostro territorio.

 

Veniamo alla rete idrica.

La rete di distribuzione a servizio del centro storico è fatiscente e presenta, in più punti, copiose perdite. Negli anni ’80 ne fu posata una nuova, mai allacciata alle utenze. La rete preesistente non fu, dunque, dismessa. Oggi sono in funzione entrambe le reti, con modalità di funzionamento non facilmente comprensibili, perdite lungo il percorso e allacciamenti abusivi difficilmente individuabili.

Ma la situazione è ancora più problematica lungo la fascia costiera, dove le tubazioni inizialmente esistenti sono state gradatamente prolungate, con interventi-tampone. Di conseguenza, tubazioni di vario genere e di diversa età, letteralmente crivellate da allacci abusivi. Attualmente, il Comune di Giugliano versa circa 10 milioni di euro all’anno alla Regione per la fornitura idropotabile e riesce ad incassarne, nonostante tutti gli sforzi che stiamo facendo, solo 4.

Per questo motivo, gli uffici tecnici comunali, su richiesta dell’attuale amministrazione, hanno elaborato un progetto di completo rifacimento della rete idrica a servizio della fascia costiera, con una previsione di spesa complessiva pari a circa 97 milioni di euro. Un primo stralcio potrebbe essere finanziato dalla Regione riconvertendo un vecchio intervento previsto nel piano degli investimenti di Acqua Campania (concessionaria regionale per la grande distribuzione), per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro.

 

Passiamo ai trasporti.

Come detto, il nostro territorio è vastissimo. Un cittadino giuglianese che va da Licola al centro storico deve percorrere ben 23 km, arriva a metterci un’ora e, spesso, non trova neanche parcheggio. Una soluzione ipotizzata nel tempo è quella di realizzare una sorta di tram veloce, a raso, che ha però un costo che, sebbene alquanto più contenuto di quella di una metropolitana leggera in sopraelevata, è comunque di circa 200 milioni di euro.

Nelle more di un finanziamento così ingente, questa Amministrazione ha provveduto a realizzare un’importante alternativa su gomma. Il servizio è stato già affidato e sarà operativo da gennaio 2018. Collegherà la stazione della Circumflegrea, posta in prossimità dell’impianto di depurazione di Cuma, alla stazione ferroviaria di Ponte Riccio, in zona ASI, e alla stazione EAV della Metrocampania Nord-Est, con il conseguente raccordo con la metropolitana di Napoli. Quindi, non solo garantirà il trasporto pubblico all’interno del territorio comunale, ma anche il facile collegamento con le varie zone di Napoli.

 

Quali caratteristiche avrà il servizio?

I mezzi saranno a gas o euro 6, quindi ecocompatibili. Inoltre, saranno dotati di GPS per controllarne il percorso e i cittadini avranno a disposizione una “app” e dei monitor installati in punti nevralgici della città che offriranno loro informazioni sui tempi di attesa. Quindi: più mezzi, più chilometri di linea, più informazioni. Alcuni dei bus avranno, poi, dimensioni ridotte, soprattutto quelli operanti nel centro storico, per consentire il transito anche in zone prima non servite, e saranno attrezzati per il trasporto dei disabili. Il tutto in un quadro di politica dei prezzi che incentiva gli abbonamenti.

 

Resta la questione dei grandi collegamenti.

Sono in corso incontri con l’EAV per aumentare il numero di corse da/verso Giugliano, da/verso Piscinola e da/verso Aversa. A tale proposito, va tenuto ben presente che, in futuro, questi treni entreranno direttamente nell’anello metropolitano di Napoli. Di conseguenza, i giuglianesi, attraverso il servizio di trasporto comunale, potranno facilmente prendere la metropolitana collinare.

Bisognerà poi potenziare la stazione ferroviaria di Ponte Riccio, cosiddetta di Giugliano-Qualiano, che si trova sulla tratta Villa Literno-Pozzuoli ma che è attraversata anche da treni provenienti da Roma via Formia. Si tratta di allargare l’area a disposizione dei carri merci, a supporto della zona ASI, e migliorarne la fruibilità per i viaggiatori. In tal modo, essa, per i ridotti tempi di percorrenza da e verso Roma, e per il minor costo del viaggio, può diventare un’alternativa veramente competitiva con la TAV.

Infine, stiamo cercando di interfacciare le corse dei nostri bus con quelle della Circumflegrea, la cui stazione è nel territorio di Pozzuoli ma al confine con Giugliano, e abbiamo chiesto che venga subito attivata la tratta di linea tramviaria veloce compresa tra questa stazione e la base NATO.

Ci sono poi altre ipotesi di sviluppo sulle quali ci stiamo confrontando con la Regione.

 

Un piano imponente.

Ma necessario. Auspico che la Regione ci dia risposte più rapide e concrete. Finora entrambe le amministrazioni, quella comunale e quella regionale, hanno scontato problemi di avvio. Confido che, già nel prossimo futuro, la collaborazione tra i due Enti, sin qui ottimale, diventi ancora più proficua .