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Grate al Plebiscito. Il ministero prende un’altra sberla

by Giulio Espero
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Ancora una volta, nostro malgrado, siamo a notiziarvi sulla storia infinita delle grate della linea 6 della metro a piazza Plebiscito.

Stamattina è stata depositata la sentenza del Tribunale amministrativo della Campania che ha annullato il decreto con il quale, a febbraio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – aveva disposto il nuovo annullamento dell’autorizzazione a suo tempo rilasciata dalla Soprintendenza di Napoli per la realizzazione, in piazza Plebiscito, della camera di ventilazione per la tratta Chiaia – Municipio della nuova metro.

E’ un po’ kafkiano. Il TAR annulla (2 volte) l’annullamento (2 volte) da parte del ministero dell’originaria autorizzazione (1 volta) della Soprintendenza.

L’ormai famoso Gino Famiglietti, Direttore Generale del MIBAC, e l’ineffabile ministro Bonisoli (quello che ha dato del vecchio a Muti, per intenderci) le hanno buscate nuovamente.

Ma andiamo con ordine e riassumiamo brevissimamente la vicenda. Il Comune deve necessariamente realizzare una camera di ventilazione sotterranea nell’ambito della tratta Chiaia- Piazza Municipio della linea 6 della metropolitana di Napoli e decide di farlo a piazza Plebiscito in una cavità già esistente. Questo comporta la posa di griglie di areazione per una ventina di metri quadri. Essendo Piazza Plebiscito un’area urbana vincolata, si chiede il parere alla competente sovrintendenza regionale, che, dopo un attento esame ed un’articolata istruttoria, lo rilascia con esito positivo nel marzo 2018.

Dopo soli nove mesi (sic!), il Direttore Famiglietti annulla in autotutela la suddetta autorizzazione e dispone la localizzazione delle opere di aerazione in piazza Carolina. Il Comune, allora, fa ricorso e il TAR gli dà ragione, peraltro censurando pesantemente l’operato del Ministero.

Che fa il caro Famiglietti? Dignitosamente si ritira? Accetta la sconfitta e si rimette a studiare? Niente di tutto questo. Sforna invece un nuovo decreto avente ad oggetto la “riemissione del provvedimento di annullamento in autotutela…” dove, al posto di ingiungere la localizzazione delle grate in piazza Carolina, la suggerisce “…a mero titolo di collaborazione istituzionale…”.

Accanimento terapeutico vero e proprio. Nel frattempo, è bene ricordare a tutti i cittadini che l’opera è ferma, si rischia di perdere i fondi europei, pare addirittura che sia stato già chiesto, da chi di dovere, di spostare l’impegno di spesa sulla prossima fase temporale.

Il Comune presenta un nuovo ricorso e, fortunatamente, arriva la sentenza di oggi, favorevole all’Ente di Palazzo San Giacomo. Come motiva il giudice?

“Non viene fornita alcuna indicazione specifica … se sia l’intervento nel suo complesso (e, se così fosse, per quali profili) ad essere incompatibile con i vincoli gravanti sulla piazza, o se (e per quali profili) la dichiarata incompatibilità sia limitata unicamente agli elementi a vista … ossia le due griglie di aerazione e il tombino di accesso ai VV.FF.”

E ancora. “…con specifico riferimento alla rilevata ‘discontinuità della pavimentazione’ … la valutazione si rivela affetta dal vizio di difetto di istruttoria …” Infatti, non sono previste strutture emergenti, ma solo a raso, percepibili solo quando ci si arriva proprio sopra. Il ministero non avrebbe, poi, tenuto conto che nella piazza vi sono già 70 elementi tra chiusini, griglie e lamiere, di molti dei quali i napoletani non si sono mai accorti. “…l’esigenza di tutela del bene deve essere effettiva e non solo teorica…” argomenta il Tribunale.

Come dichiarato prontamente alla stampa dal sindaco De Magistris, ora i lavori possono ripartire.

Concordiamo pienamente con Gigino (De Magistris, non Famiglietti) “..Lo dicevamo da tempo che avevamo ragione in punto di fatto e di diritto. Riteniamo molto grave quello che è accaduto perché con una pervicacia senza precedenti è stato messo un ostacolo serio e concreto al celere andamento dei lavori provocando un’interruzione che ci ha fatto perdere molti mesi causando un danno evidente a Napoli, ai napoletani e alla mobilità”.

Lo chiediamo apertamente al ministro Bonisoli, da napoletani, da campani, da Italiani: …quante figuracce deve fare ancora il ministero, prima che la direzione generale (e chi c’è dietro di lei) venga richiamata al buon senso tecnico e istituzionale?