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Il controllo del trasporto pubblico

by Flavio Cioffi
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Recentemente, su questo giornale, abbiamo discusso della ridefinizione degli spazi post Coronavirus. Un dibattito aperto agli addetti ai lavori intitolato appunto “Il controllo dello spazio”, citando Lefebvre. Tra gli altri aspetti interessanti è emersa, inevitabilmente, l’importanza fondamentale dei collegamenti, ossia del Trasporto Pubblico Locale.

Un sistema che “andrà registrato”, come ha sostenuto l’assessore regionale all’urbanistica Bruno Discepolo nel suo intervento. Anzi, “il primo elemento sarà proprio quello dei trasporti che in questo momento rappresentano l’aspetto più difficile da governare, soprattutto dal punto di vista della sostenibilità economica”.

Evidentemente in quest’ottica, il presidente De Luca qualche giorno fa ha dichiarato: “Bisogna fare piani industriali seri per avere in capo ad EAV la riorganizzazione del trasporto pubblico regionale. Partendo dall’area metropolitana di Napoli e di Caserta”. Esplicitamente auspicando la creazione di “un’unica azienda di trasporto regionale”.

A stretto giro il professore Mario Calabrese, fino a qualche mese fa assessore comunale a Napoli, ha postato su Facebook un intervento nel quale espone le sue perplessità al riguardo. A partire dai dubbi sull’effettiva efficienza delle aggregazioni aziendali, per finire a quelli sull’opportunità che la Regione, titolare della funzione di programmazione e controllo, sia anche proprietaria dell’azienda di trasporto “unica”.

Il tema è complesso e, come si vede, addirittura insidioso nell’attuale fase elettorale. La complessità riguarda il profilo organizzativo-istituzionale, l’efficienza gestionale e la razionalizzazione della spesa pubblica. E Calabrese forse non sbaglia nel sottolineare i rischi insiti nella commistione tra programmazione e gestione, una confusione funzionale che caratterizza la nostra Regione anche in altri settori.

Ma è anche vero che una sterzata al sistema va data. Da un lato, l’attuale estrema frammentazione tra 98 gestori titolari di 103 contratti (dati Invitalia 2019). Dall’altro, il problema del finanziamento del TPL che va risolto una volta per tutte.

In Campania è stato adottato un modello di governance accentrato, in base al quale la Regione (o una sua Agenzia) pianifica, programma, controlla e affida anche i servizi, articolati in più lotti provinciali. Come viene concretamente applicato e finanziato? In base a quali criteri sono stati individuati gli ambiti territoriali di riferimento che dovrebbero poi essere alla base di eventuali future aggregazioni aziendali? Il ruolo dei Comuni e delle Provincie viene adeguatamente tutelato? E i cittadini/utenti? L’analisi dell’offerta e della domanda di mobilità cosa suggerisce, anche alla luce delle nuove regole della produzione e del consumo dettate dall’epidemia?

Sono solo spunti di riflessione, senza alcuna pretesa di esaustività e precisione, che vogliamo proporre agli addetti ai lavori. Un nuovo percorso informativo e di approfondimento analitico al quale dedichiamo un’apposita sezione del giornale.

Per richiamare la precedente la chiameremo: “Il controllo del trasporto pubblico”. Senza doppi sensi.