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Il folle Capodanno di Milano

by Luca Rampazzo
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Mentre i media sono troppo impegnati a raccontare dei bancomat saltati nella notte a Napoli, qualcuno nelle redazioni si deve essere dimenticato di narrare la battaglia di Milano. Perché questo è il bilancio della notte di follia della città Meneghina. Una città sicuramente all’avanguardia in molti aspetti, ma in cui la narrazione sta diventando premiante sulla realtà. Fino a cancellare episodi anche gravissimi.

Gravi per i giovani coinvolti sono i danni dei fuochi. Sì, esattamente quelli. Parliamo di due mani amputate, una ad un tredicenne a Quarto Oggiaro ed una ad un quattordicenne a Cuggiono. Entrambi per un petardo inesploso raccolto. Un 24enne ha perso invece cinque dita in provincia di Monza, mentre faceva esplodere diversi petardi in via Leonardo da Vinci a Limbiate. Coinvolta anche una mezza dozzina di bambini con prognosi di 30 giorni o meno. Un numero, sinceramente, sconvolgente.

Diverse le aggressioni nella notte. Due hanno movente sessuale, con due ragazze entrambe vittime di un assalto attorno alle 4, viste in pronto soccorso in stato di choc. Il terzo è quello di un 28enne che ha riportato un trauma cranico, prima di essere prontamente ricoverato. È andata peggio ad un italiano di 23 anni, ricoverato in condizioni gravi ed in codice rosso a seguito di un’aggressione durante una festa in via Mecenate.

Poi si raggiunge il punto più basso. Intendiamoci, quanto descritto sopra è assai preoccupante. Ma che i Vigili del Fuoco, chiamati a spegnere dei roghi in strada in via Gola, zona Navigli (non una periferia violenta in mano alle gang), si vedano circondati, aggrediti e derubati dalle chiavi dell’autobotte è un fatto da lasciare sbalorditi. Soprattutto se si considera che la situazione si è risolta solo grazie all’intervento della polizia ed al cambio di destinazione d’uso dell’autobotte: da mezzo antincendio a mezzo antisommossa.

Non si capisce davvero, nonostante i fiumi di alcol e la possibilità dell’uso di altre sostanze, quale follia si sia manifestata tra le vie di Milano. Gli stessi Vigli del Fuoco si sono dichiarati senza parole.

Da questo quadro non è emersa alcuna considerazione globale. Il Sindaco, generalmente assai comunicativo, ha deciso di glissare. I media, di solito così critici con le notti brave di altre città, hanno ridotto la sfilza di cui sopra ad un elenco di brevi in cronaca, con l’inevitabile eccezione dell’ultimo avvenimento. Che, però, isolato e trascinato nel fango della battaglia partitica non aiuta ad inquadrare il fenomeno. A Milano stanno combattendo due anime.

Una era in Piazza Duomo, con le borracce ecologiche per non inquinare, il coprifuoco a mezzanotte ed un quarto, l’albero quest’anno più virtuale che reale e senza mezza miccetta per rispetto dei chihuahua elegantemente trasportati in borse di Fendi. Il Dottor Jekyll incarnato da Sala. Il grande menestrello della Milano Buona.

L’altra dava fuoco alle strade della città, faceva esplodere petardi, aggrediva le donne, picchiava gli stranieri e dava addosso ai Vigili del Fuoco. Mister Hyde. Una città viva, spettinata, crudele, politicamente scorretta e talvolta francamente brutale. Che sempre c’è stata e, data la natura umana, sempre ci sarà. Che non sta ricevendo alcuna attenzione.

Dottor Jekyll era un gentiluomo vittoriano che voleva solo isolare la sua parte malvagia ed estirparla, per non dovercisi più confrontare. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Milano, con la sua narrativa pettinata e i suoi spettacoli di luce al posto dei fuochi d’artificio, ha davanti a sé una strada simile. Anche se forse il paragone migliore è quello con il ritratto di Dorian Gray. Mentre tutti ammiriamo il viso di Beppe Sala, sempre sorridente e illuminato dalla luce di ogni virtù, c’è una realtà che si sta incarognendo quasi per reazione. Non più solo nelle periferie.

Ribadiamo, il punto non sono i crimini ed i ferimenti: possono succedere ovunque e con qualsiasi Amministrazione. Il punto è che non se ne trae più alcun insegnamento. Non si può macchiare il volto sorridente della Capitale Morale. Anche a costo di lasciare marcire la realtà. Si protegge il Palazzo d’Inverno mentre nella città bassa si muore. E sappiamo tutti come finiscono queste operazioni, vero?