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In Cilento “sulle onde della collina”

by Redazione
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Siamo Sulle onde della collina, nel Cilento, in uno scenario da sogno, ospiti di Danilo Porro. Il suo agriturismo non è solo bello, non è solo un posto dove si riposa bene e si mangia meglio, è un’oasi di pace nel verde dalla quale sembra di poter toccare il mare e il cielo. Nella quale si viene accolti e trattati con disinvolta premura da un gruppo di amici.

Danilo, perché le onde della collina?

Cercavo il nome per questa struttura e sulla rivista AD trovai un articolo che parlava di una casa in collina in Toscana. Il titolo era appunto sulle onde della collina e mi piacque molto, così decisi di utilizzarlo. Forse avrebbe dovuto essere più corto per essere facile da ricordare, invece mi sembrò quello giusto ed eccoci qui.

In collina ma ad un passo dal mare.

Sono 4 chilometri dalla baia di Ogliastro Marina, 15 da Acciaroli e da Agropoli. Io ho sempre avuto un legame forte col mare: ho fatto il sommozzatore, ho lavorato nel settore delle opere marittime, sono stato comandante di imbarcazioni anti inquinamento. Per me la presenza del mare è fondamentale.

 

E quella che vedo lassù è Castellabate, giusto?

Si, è davvero una cartolina. Qui siamo nel comune di Montecorice e confiniamo con i comuni di Castellabate, di Perdifumo e di San Mauro.

Ma perché venire nel Cilento in collina piuttosto che direttamente sul mare? Cosa ci si guadagna?

Sicuramente la tranquillità, la serenità. Oggi è l’11 agosto e guarda che pace.

 

E poi qui si mangia che è un piacere. Cucini tu?

Si, io faccio una cucina abbastanza semplice, territoriale, legata ai prodotti locali, al pesce, al nostro orto. Presto un’attenzione particolare al food perché io svolgo questa attività soprattutto per il food. Poi ovviamente dormire bene è importante e spesso i clienti vengono proprio per questo, ma la cucina è fondamentale.

A cominciare dal pesce.

Infatti. Il pesce azzurro, e in particolare le alici, è quello più consumato nel Cilento. Qui ci sono le alici di Menaica, che vengono prese con una rete particolare e quando ne vengono estratte sono già pulite. Ma cucino anche molto maiale, perché la trovo una carne buona, saporita.

 

Passiamo al vino.

Di solito usiamo solo vini territoriali provenienti da alcune piccole cantine, anche per aiutarle ad inserirsi nel mercato. Ci sono due tipi di uvaggio: il Fiano come bianco e l’Aglianico come rosso. Una volta c’era molto Primitivo, che veniva acquistato anche dai pugliesi per tagliare il loro, e il Santa Sofia, ma sono quasi scomparsi perché hanno poca resa.

Invece il tuo mirto tira.

Effettivamente piace molto. Lo facciamo noi, un liquore di mirto in terra cilentana.

Tu cucini tutte queste cose ma non cucini i clienti, non li spenni insomma.

No, possono stare tranquilli anche da questo punto di vista.

 

E sotto il profilo alberghiero?

Abbiamo solo cinque stanze, una scelta precisa per evitare l’affollamento e garantire serenità. Qui poi si vive essenzialmente all’aperto, si mangia all’aperto, si chiacchiera all’aperto. In questo periodo emergenziale è una struttura sicura.

Quanto dura la stagione?

Da Pasqua a tutto ottobre e poi anche nel periodo di Natale e Capodanno. Una stagionalità molto lunga anche perché, Covid permettendo, abbiamo molti clienti stranieri. Anche tu, torna per la fine dell’anno.

Quasi quasi…