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L’incontinenza verbale di De Luca

by Lucia Severino
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de Luca

Saprete tutti che il presidente De Luca, l’altro giorno, ha mandato una lettera al Governo. Una lettera aperta, addirittura pubblicata sul sito della Regione Campania. Quanti di voi l’hanno letta? Provo a riassumerla.

Il Governatore ritiene “gravemente fuorviante” l’informazione degli ultimi giorni sull’epidemia. Perché “la crisi non è in via di soluzione” e “al Sud sta per esplodere in maniera drammatica”. Sarebbe, infatti, una “questione di ore e non di giorni”. “Non si può scavare nella roccia a mani nude” e, delle necessarie forniture essenziali, “da Roma non è arrivato quasi nulla”. Più precisamente: “zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione”.

Non voglio alzare i toni”, precisa, ma “il Governo è assente”. Se continua così “non potremo fare altro che contare i nostri morti.” E figuriamoci se avesse voluto alzare i toni. Segue una tabella di quanto richiesto e di quanto effettivamente consegnato.

Ieri la Protezione Civile nazionale, che non ha preso bene l’esternazione deluchiana, ha dichiarato all’ANSA: “è opportuno precisare che, contrariamente a quanto da lui sostenuto, sono stati consegnati, alla Regione Campania, fino ad oggi, circa un milione di dispositivi”. E ne fornisce il dettaglio.

Nelle ultime ore, poi, ci sarebbero state altre consegne. Dal Governo, alquanto stizzito pare, lasciano intendere che non sarebbero una conseguenza della lettera.

Ma De Luca ieri ha contestato i numeri della Protezione Civile, riservandosi di divulgare quelli veri.

Una polemica velenosa quanto dannosa. Tutta l’Italia sta già contando i suoi morti. In alcune regioni assai più che in altre. In tutta Italia sono stati fatti negli ultimi anni gravi errori in tema di politica sanitaria. In alcune regioni assai più che in altre. Questo è il momento della collaborazione. E’ il momento di fare squadra. I cittadini sono stati messi agli arresti domiciliari e quelli che sono costretti a lavorare fuori di casa lo fanno a loro rischio e pericolo. Non può che essere così e tutti noi dobbiamo lealmente collaborare.

A maggior ragione le Istituzioni. La leale collaborazione istituzionale è formalmente obbligatoria anche in tempo di pace, figuriamoci in tempo di guerra. Questo non significa che De Luca non debba dire e chiedere al Governo quello che ritiene sia giusto ed utile dire e chiedere, ma non certo con una lettera pubblica dai toni così fuori dalle righe, con la quale si dà sostanzialmente del bugiardo e dell’incapace al Governo. Se fosse vero, non andrebbe comunque fatto pubblicamente. Non manca certo a De Luca la possibilità di interloquire per via istituzionale.

Non capisce che rischia di minare la fiducia dei cittadini, con tutte le conseguenze del caso, e di terrorizzare una popolazione già spaventata di suo? Non vogliamo credere che stia cercando consensi o capri espiatori.

Non è il momento di fare il De Luca/Crozza. Ma di fare il proprio lavoro al meglio possibile.