Foto by Settimane Sociali
“Community Rete di Trieste” e “Amministratori settimana sociale” sono le due community derivate dalla celebrazione lo scorso anno a Trieste – con la partecipazione del Cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e di Papa Francesco – delle giornate della settimana sociale. Giornate di grandi intensità emotive, nel corso delle quali si affermò in maniera netta ed inequivocabile la volontà dei cattolici italiani di un rinnovato impegno in politica e nel servizio ai cittadini reso attraverso le istituzioni nazionali e locali. Netto fu il rifiuto di pensare a ricostruire un nuovo partito confessionale dei cattolici, come lo era stato l’esperienza della Democrazia Cristiana lo scorso secolo. L’impegno dei cattolici sarebbe stato assicurato utilizzando il panorama dei partiti esistenti, ispirati alla cultura costituzionale e liberale.
Per questo, tra l’altro, era già stato costituito un partito, il Partito Democratico, frutto della riflessione comune degli ex democristiani ed ex comunisti, entrambi eredi di una cultura solidaristica e dalla parte dei meno fortunati nella società italiana. Il Pci era il partito della parte produttiva debole del paese, i lavoratori dipendenti, gli operai delle fabbriche in particolare. I democristiani, ispirati alla dottrina sociale della chiesa e votati alla caritatevole generosità verso i poveri. Queste due culture, superate le barriere ideologiche con la caduta dei muri, decisero che era giunta l’ora di una comune riflessione sui problemi del paese, di unire i loro sforzi e di dar vita ad un unico partito che fosse ispirato ai comuni valori del solidarismo, dell’attenzione agli emarginati e ai poveri, del miglioramento della condizione operaia, alla necessità di servire il paese candidandosi al governo, valorizzando il meglio della cultura praticata con la militanza attiva e l’esperienza costruita in posizioni politiche diverse nel corso dell’era delle ideologie. Gli uni, democristiani, al governo, gli altri, comunisti, all’opposizione. Fu dato vita al Partito Democratico che avrebbe dovuto coniugare e valorizzare le rispettive ispirazioni ed esperienze, incanalandole in un unico ed originale progetto politico.
Ora per la verità quel misurato entusiasmo, si parlò anche di frettoloso passo e di “fusione a freddo”, si è progressivamente attenuato e le spinte iniziali sembrano essersi esaurite. Avrebbero bisogno di una rinnovata esplicitazione ed è necessario nutrire quelle ragioni con le nuove energie di una società in evoluzione e che si è aperta a nuove ed inedite culture. Nei mesi scorsi gruppi interni hanno tentato (Del Rio a Milano, altri in Umbria) una pubblica riflessione, poi di nuovo il silenzio. Il PD ha urgente bisogno di rinnovare la sua anima di partito plurale, aperto, nuovo, rispolverando le ragioni della sua esistenza e immergersi nel nuovo del paese. È il partito che incarna valori che possono ricostruire la fiducia tra paese e politica. La fiducia nella buona politica si conquista anche attraverso gesti di generosità che fanno riscoprire origini, passioni e utopie che non sono superate, seppure in pieno e avanzato sviluppo economico e nuove scoperte tecnologiche.
Consapevolezza presente all’attenzione dei nostri Vescovi. A Napoli e in Campania periodicamente il Presidente della Conferenza Campana convoca i volenterosi cattolici, amministratori e non apre gli incontri se non ribadendo che la rete sociale di Trieste non è un nuovo partito dei cattolici, né vorrà mai esserlo. I cattolici sono il sale della terra e il sale si disperde nel cibo per insaporire. Il servizio reso dai cattolici alle proprie comunità di appartenenza deve impregnarle di disponibilità all’ascolto e al fare bene; tra l‘altro, periodicamente si manifestano episodi corruttivi e il loro impegno è a bandire il malaffare dalle proprie azioni di governo, se amministratori pubblici.
Le Community del dopo Trieste sono una palestra di confronto nello stile indicato dai vescovi italiani: scambi di esperienze, discussione aperta, per servire con dedizione e preparazione le proprie comunità, ispirati dalla Dottrina Sociale e dal Concilio Vaticano II. La fonte principale è il Vangelo di Gesù.