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La Sogin commissariata

by Giulio espero
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Come sanno i nostri venticinque lettori, ci occupiamo con una certa costanza delle vicende della Sogin, la Società Gestione Impianti Nucleari interamente dello Stato italiano, responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare.

Ci eravamo lasciati a dicembre dello scorso anno con gli aggiornamenti in merito all’avanzamento della complessa vicenda riguardante l’individuazione e la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, dove davamo atto dell’enorme sforzo organizzativo ed anche innovativo messo in campo dalla Sogin nel gestire una consultazione pubblica di tale portata, decisamente innovativa per l’Italia.

Poi lo scorso maggio scorso è stato ha approvato il progetto del bilancio d’esercizio e il consolidato di Gruppo 2021, illustrati dall’amministratore delegato Emanuele Fontani: “Gli obiettivi strategici … sono stati pienamente centrati … L’avanzamento ha generato attività per 118,3 milioni di euro, risultato superiore rispetto ai 110,9 milioni nel 2020 e rappresenta il miglior risultato di sempre”. Qualche accenno ai problemi economici: “…dal punto di vista economico il risultato aziendale 2021 ha subito una flessione negativa che, tuttavia, consentirà di far fronte ai possibili esiti dell’istruttoria in corso da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), che si concluderà a luglio 2022, senza gravare sui prossimi bilanci…”.

Viene anche lanciato un messaggio urbi et orbi sulla discontinuità col passato in riferimento a certe opacità amministrative contestate. “…A tale proposito, nel corso dell’anno l’attuale Governance ha proseguito l’indagine interna, avviata alla fine del 2020, per verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione dei contratti. Nell’ottica della totale trasparenza, la Società ha inoltre garantito la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno. L’approvazione del progetto Bilancio 2021 sancisce un punto importante nell’operazione di self-cleaning … portiamo a termine un’operazione di trasparenza dei conti che ci consente di perfezionare l’azione di discontinuità con il passato e di mettere in sicurezza il bilancio”.

Evidentemente nubi oscure si affacciavano all’orizzonte. A nulla è valso quanto manifestato alla stampa con il comunicato del 15 giugno scorso dove la Società di Stato annunciava di aver terminato le operazioni di disattivazione dell’impianto FN di Bosco Marengo (Alessandria, Piemonte), “…Un traguardo ottenuto attraverso una significativa accelerazione nel 2021 di circa il 16% delle attività di decommissioning…

Alla luce di quanto successo lo stesso giorno, appare come un tentativo di porre rimedio ad una situazione irrimediabilmente precipitata per tutte le figure apicali della Società.

Il Governo, “in considerazione della necessità e urgenza di accelerare lo smantellamento degli impianti nucleari italiani, la gestione dei rifiuti radioattivi e la realizzazione del deposito nazionale di cui al decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, ha disposto il commissariamento della società Sogin S.p.A.”

Così, il 15 giugno 2022, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Dl Semplificazioni fiscali che, tra le varie misure, ha dunque previsto anche il Commissariamento della Sogin. L’organo commissariale verrà nominato entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Dl, attraverso un decreto del presidente del Consiglio, su proposta di Mef e Mite. Il decreto ha previsto di attribuire all’organo commissariale tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Sogin, di ogni eventuale ulteriore potere di gestione della società, compreso quello di riorganizzazione, finalizzato ad assicurare maggior efficienza nella gestione e, soprattutto, alla celerità nelle attività, in particolare dei siti che presentano maggiori criticità.

Fine della storia! Si è parlato di ritardi sul decomissioning, sul lievitare dei costi, sulle inerzie procedurali e così via. Sarà tutto vero, per carità, e se ci sono delle responsabilità dovranno essere individuate e sanzionate. Ma un paio di domande sorgono spontanee e le rivolgiamo ai nostri lettori.

Davvero possiamo credere che la Sogin andasse avanti, o meglio non andasse avanti, a voler credere ai ritardi contestati, senza che la parte politica lo sapesse? Davvero qualcuno di questi ministri senza mandato elettorale pensa di risolvere il problema delle scorie nucleari radioattive nominando semplicemente un commissario, dietro cui magari nascondersi, per evitare di avere contro l’opinione pubblica quando bisognerà individuare senza ulteriori infingimenti dove allocarle definitivamente?

I commissari funzionano se dietro c’è la politica. Vi faremo sapere.