Durante il confronto organizzato dal Gruppo Giovani di Assagenti alla Genoa Shipping Week, sono emersi alcuni spunti interessanti dai vari interventi di Enrico Paglia (Bancosta), Carlo Binello (CMA-CGM Italia), Andrea Arena (HB Shippnig), Giulia Malnati (NYK Line) e Tommaso Scolaro (Scolaro Shipbrokers).
La tanto temuta rotta artica, che dovrebbe consentire alle navi, soprattutto cinesi e russe, di ridurre i tempi di trasporto, ha visto nel 2024 transitare una novantina di navi contro le oltre 12.000 che hanno seguito la tradizionale rotta di Suez, per quanto esposta agli attacchi Houthi.
La shadow fleet di navi petroliere russe che aggirano le sanzioni rappresenterebbe solo il 15% della flotta mondiale di navi cisterna.
Nel trasporto auto, dove la Cina da grande importatore si è trasformato in grande esportatore, le navi che hanno raddoppiato dimensione e portata (da 4.000 a oltre 9.000 auto) sono sempre più spesso di proprietà delle case produttrici e quindi del Governo cinese, che mira a penetrare nei mercati occidentali con il nolo considerato una variabile indipendente.
Il trasporto container è esposto ad uno squilibrio fra domanda e offerta: la riapertura a pieno regime di Suez, il bassissimo numero di navi demolite a fronte della massiccia entrata in servizio di nuove unità fra il 2026 e il 2027.
“Un mercato fragile e delicato che – ha affermato Stefano Messina, Presidente di Assarmatori – fatica sempre di più ad attirare capitali e finanza, tenuti lontani dall’assenza di certezze sul loro investimento”.