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L’Arpac al porto di Casamicciola

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Claudio Marro – Direttore Tecnico ARPAC. Vincenzo Barbuto – Dirigente U.O. Suolo e Siti Contaminati Napoli.

 

Una delle ripercussioni negative conseguenti all’alluvione del 26 novembre 2022, che ha colpito Casamicciola, sull’isola di Ischia, è stato il fatto che il porto del piccolo comune ischitano è stato invaso dai materiali trascinati dalla frana che ne ostacola le normali attività. Per superare questa criticità occorre procedere al dragaggio del porto ed all’allontanamento di detto materiale costituito da frazioni eterogenee di origine naturale ed antropica.

La Struttura commissariale si è subito attivata affinché le operazioni di dragaggio venissero realizzate in tempi rapidi visto l’avvicinarsi della stagione estiva, durante la quale l’isola, nel suo complesso, ospita centinaia di migliaia di turisti e la funzionalità di una infrastruttura come il porto diventa fondamentale per non creare ulteriori disagi.

Nello specifico, con apposita Ordinanza (n° 8 del 23.02.2023) del Commissario Delegato e con il parere favorevole di vari Enti, tra cui ISPRA ed ARPAC, è stato approvato il Piano di Caratterizzazione Ambientale, redatto ai sensi del D.M. 15/07/2016 n. 173, Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini.

Le indagini ambientali saranno effettuate da soggetti incaricati, mentre ARPAC, come previsto dalla citata ordinanza nr. 8/2023, “ai fini dei controlli di competenza sui prelievi effettuati dal soggetto attuatore, ARPAC acquisisce il 10% dei campioni”.

In questo ambito, i tecnici del Dipartimento ARPAC di Napoli, e nello specifico di una struttura specializzata denominata “U.O. Suolo e Siti Contaminati”, procederanno, verosimilmente nell’ultima settimana di marzo 2023, al prelievo in contraddittorio di campioni di sedimento dal porto di Casamicciola. I campioni saranno poi sottoposti a complesse analisi chimiche ed eco tossicologiche in parte presso il Laboratorio Mare dello stesso Dipartimento di Napoli ed in parte presso il laboratorio di Livorno di ISPRA.

Le analisi da effettuare presso i laboratori individuati dai soggetti attuatori, validate dalle controanalisi assicurate dagli organi di controllo (ISPRA/ARPAC) hanno lo scopo di verificare il rispetto dei requisiti ambientali per trasferire i suddetti materiali di escavo in aree idonee allo scopo. Queste aree ancora da individuare, devono possedere a loro volta, determinate caratteristiche ambientali.

In ogni caso l’immersione deliberata in mare dei materiali di escavo di fondali marini o salmastri o di terreni litoranei emersi è soggetta al rilascio dell’autorizzazione ai sensi dell’articolo 109 del Testo Unico Ambientale da parte della regione costiera nel cui territorio avviene l’immersione dei materiali.

Per tutelare il sito di destinazione finale, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, occorre attestare la sostenibilità delle attività previste con riguardo alle risorse alieutiche e la loro compatibilità con la pesca e l’acquacoltura. In questo ambito è, quindi, necessario acquisire i pareri preventivi dagli Enti preposti.

Un procedimento complesso ma che per il caso in questione dovrà prevedere una riduzione dei tempi ed una semplificazione delle procedure senza che ciò vada, ovviamente, a minare la sostenibilità dell’intera operazione.