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Lauree abilitanti: semplificazioni e rischi

by Piera De Prosperis
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Giovedì 28 ottobre 2021 il Senato ha approvato in via definitiva la novità delle lauree abilitanti. In sostanza alcune lauree conferiscono direttamente l’abilitazione all’esercizio della professione. Quali sono le lauree magistrali (attenzione, non si parla di lauree triennali) che abilitano all’esercizio della professione? Odontoiatria e protesi dentaria, farmacia e farmacia industriale, medicina veterinaria, psicologia. Il tirocinio pratico, indispensabile in questi percorsi di studio, verrà attuato all’interno dei corsi. E’ previsto il conseguimento di almeno 30 crediti formativi. Ogni Ateneo stabilirà le modalità di svolgimento, valutazione e certificazione del tirocinio.

Altre lauree saranno professionalizzanti: professioni tecniche per l’edilizia e il territorio (corso di laurea geometra laureato); professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali (corso di laurea agrotecnico laureato e perito agrario laureato); professioni tecniche industriali e dell’informazione (corso di laurea perito industriale laureato).

Il superamento certificato del tirocinio pratico-valutativo interno ai nuovi corsi di studio sarà il presupposto per accedere all’esame di laurea, con il quale si conseguirà il titolo accademico e il titolo di abilitazione. In sostanza l’esame di laurea coinciderà con l’esame di Stato. Non si tratta dell’eliminazione dell’esame di Stato, finora previsto nella fase post-laurea, ma di una sua anticipazione in sede di laurea.

La norma prevede, inoltre, la possibilità di rendere abilitanti anche altri titoli universitari, oltre quelli citati, relativi a corsi di studio che prevedono l’accesso all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni ma senza obbligo di tirocinio dopo la laurea. Ci potrà quindi essere un ampliamento del novero dei titoli universitari che potranno essere resi in futuro abilitanti, in base alle iniziative che gli ordini o i collegi professionali di riferimento vorranno prendere.

Sono escluse dalla riforma le professioni di avvocato, notaio, commercialista e revisore legale, perché richiedono un tirocinio postlaurea.

Anche le professioni di chimico, fisico e biologo possano essere esercitate, previo superamento dell’esame finale per il conseguimento delle rispettive lauree magistrali abilitanti. Anche qui si prevede un tirocinio pratico valutativo interno ai corsi e il superamento di una prova pratica valutativa.

Il Ministro dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa, afferma: Con questa norma permettiamo alle nostre studentesse e ai nostri studenti di accedere al mondo del lavoro subito, senza aspettare anni di tirocinio e l’esame di stato per potere iniziare, li mettiamo in collegamento con i professionisti già durante il corso di laurea e diamo ancora più valore al loro tempo e ai loro studi.

In sostanza il provvedimento rappresenta uno degli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e conclude il percorso già avviato nel 2020 con il decreto Cura Italia, in piena emergenza Covid, per la laurea in medicina che è stata la prima a diventare abilitante.

Quali vantaggi? Innanzitutto, la semplificazione delle procedure di abilitazione alla professione ed il risparmio finanziario dello Stato che non dovrà più sobbarcarsi l’onere dell’organizzazione di mega-concorsi.

Quali rischi? Innanzitutto, gli atenei dovranno potenziare i tirocini esistenti e nel complesso ridefinire l’offerta formativa. L’aumento delle ore di tirocinio inoltre potrebbe, senza dare la giusta considerazione al contributo lavorativo per i tirocinanti, creare dei lavoratori a costo zero di cui aziende o enti pubblici potrebbero ampiamente approfittare.

Ma forse la criticità più profonda sta nell’approfondire ancora di più il divario tra università professionalizzanti ed altre assolutamente teoriche, riproponendo in effetti la dicotomia licei /istituti tecnici. La necessità del mercato che oggi spinge a realizzare in tempi brevi le tante agevolazioni per la ristrutturazione dei fabbricati, non tiene conto della formazione globale dei ragazzi. Ancora una volta non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. Ancora una volta il confronto ed il coordinamento tra gli interventi in un settore così fondante come l’università è un’utopia.