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L’Autonomia differenziata questione di potere e soldi

by Flavio Cioffi
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Quella dell’autonomia differenziata è una questione fondamentale per gli Italiani. Più importante persino dell’emergenza bollette o dell’aumento dell’inflazione, per non parlare dei falsi problemi sui quali ci si concentra in questi giorni. Perché è strutturale, in quanto si propone di modificare definitivamente le regole sulla ripartizione della spesa pubblica sul territorio. La qualità della vita dei cittadini ne risulterebbe drasticamente cambiata, in meglio o in peggio a seconda di dove si abita.

Il Mezzogiorno è da sempre vittima di un divario economico in parte dovuto alle sue condizioni oggettive di partenza e in parte al nordismo della politica nazionale. D’altronde è il Nord ad aver conquistato il Sud, non viceversa. Ciononostante, le condizioni della popolazione meridionale sono andate progressivamente migliorando, pur aumentando il divario. Da quando però il liberismo ha preso piede nel nostro Paese non è più così: la qualità della vita a sud del Rubicone va progressivamente peggiorando. Basta guardare il tasso di disoccupazione, il livello dell’assistenza sanitaria, la qualità della scuola e la relativa dispersione.

L’Autonomia differenziata si propone di fatto di istituzionalizzare il principio in base al quale i soldi vanno spesi là dove si producono, sulla falsariga della posizione dei cosiddetti paesi frugali del nord Europa che si oppongono agli aiuti all’Italia (si è sempre al sud di qualcuno). Un po’ come dire che le tasse vanno ridotte ai ricchi (e infatti c’è chi lo dice). Non so se sia vero quanto sostiene il presidente della Campania, De Luca, ossia che “un ragazzo del Sud che va a scuola riceve dallo Stato 400 euro, a Milano 1300”, ma se non è zuppa è pan bagnato e rende bene l’idea.

E, attenzione, non è una questione di destra o di sinistra. E’ stata infatti la sinistra a suo tempo, non la Lega come sarebbe stato naturale, a mettere la riforma all’ordine del giorno del Governo. Uno dei più strenui sostenitori dell’Autonomia è il presidente dell’Emilia-Romagna, Bonaccini, dato per possibile futuro segretario del PD. E adesso con la Lega al Governo le condizioni ci sono tutte.

Mala tempora per i terroni. L’unica speranza potrebbe essere proprio il Presidente Meloni. Dopo i disastri della regionalizzazione della sanità e della scuola (questa per il momento solo in parte) ci serve forse un po’ di sano statalismo. Anche per questo gli Italiani l’hanno votata, per avere uno Stato unitario. Nel bene e nel male.