Così gli amici di “Casa della Poesia” nel segnalare questa poesia di Roberto Carifi: “Proprio perché non riusciamo a trovare le giuste parole per raccontare l’orrore, l’angoscia, la paura, lo sdegno, utilizziamo quelle dei poeti, certi che i loro versi sapranno parlare al cuore e alla mente di chi vorrà leggerli. In questi momenti bui la poesia ci soccorre, ci aiuta, ci cura, ci fa riflettere e sperare.”
Magari cadessero in ginocchio
e si sfiorassero le mani,
senza contesa
uno si abbandonasse all’altro
e un volto deciso alla pietà
li radunasse dove non c’è radice,
dove conta soltanto il dono.
Magari fiorisse la frontiera spoglia
e per ogni bandiera ammainata
sventolassero scialli di madri sui pennoni
e la neve tardiva si sciogliesse
come gli occhi si sciolgono al perdono.
Magari cadessero in ginocchio... (Da Il gelo e la luce).