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LE CITAZIONI: Kojève. Nessuna rivoluzione senza pensiero rivoluzionario

Alexandre Kojève

by Ernesto Scelza
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“È curioso, ma il problema e la nozione di Autorità sono stati molto poco studiati” afferma Alexandre Kojève, uno dei maggiori pensatori del Novecento, in apertura di questo libro scritto nel 1942, in una Francia sotto occupazione tedesca, ma pubblicato postumo soltanto nel 2004 e qui proposto per la cura di Marco Filoni. E aggiunge: “Ci si è occupati soprattutto delle questioni relative alla trasmissione dell’autorità e alla sua genesi, ma raramente l’essenza di questo fenomeno ha attirato l’attenzione. Eppure, in tutta evidenza, è impossibile trattare del potere politico e della struttura stessa dello Stato senza sapere che cosa è l’Autorità in quanto tale. Uno studio della nozione di Autorità, sebbene provvisorio, è quindi indispensabile, e deve precedere qualsiasi studio del problema dello Stato”.

 

«È chiamata ‘Rivoluzione’ una trasformazione attiva del presente politico in funzione dell’avvenire, trasformazione che implica una negazione del dato presente, cioè che non è un semplice sviluppo di ciò che era già implicato (in embrione) nel dato presente. (L’avvenire va quindi inteso nel senso forte e proprio del termine, ovvero come ciò che non è ancora e che non è già stato).

Non ho la minima pretesa di poter proporre un’idea rivoluzionaria (nazionale) alla Francia del 1942 (…).

Ma si può sin d’ora fare una considerazione del tutto generale e, se si vuole, di ordine metodologico.

Se ci si trova al cospetto di ‘una situazione rivoluzionaria’… è meglio ‘sfruttare’ questa situazione. La si può ‘sfruttare’ se presentando ala nazione un’idea rivoluzionaria. Ma se non si possiede ancora una tale idea (o se, per una ragione qualsiasi, non si vuole o non si può formularla e metterla in atto nell’immediato). bisogna simulare l’esistenza di questa idea. Una situazione rivoluzionaria non può mantenersi se non a condizione di diventare un’azione rivoluzionaria. Quest’ultima non è altro che il processo di realizzazione dell’idea rivoluzionaria. Senza idea, non c’è azione rivoluzionaria propriamente detta, ovvero non c’è creazione di una realtà politica veramente nuova. Ma un simulacro di idea può generare un simulacro di azione rivoluzionaria, e questa attività pseudo-rivoluzionaria può contribuire a mantenere (per un certo periodo) la situazione rivoluzionaria (senza la quale nessuna vera azione rivoluzionaria è possibile). Per non ricadere nella  ‘inerzia’ (cioè nel ‘prolungamento automatico’ del passato immediato attraverso il presente nell’avvenire), la nazione deve perlomeno avere l’impressione di agire in funzione di un’idea rivoluzionaria. E la presenza di un simulacro dell’idea deve produrre questa impressione.

Un ‘simulacro’ conserva la ‘forma’ cambiandone o eliminandone il ‘contenuto’. Si tratta quindi di presentare forme politiche dalla sembianza rivoluzionari, attribuendo loro un contenuto ‘inoffensivo’. (…) In altri termini, bisogna creare un nuovo tipo di Stato o di Autorità politica (poiché una Rivoluzione non è nient’altro che la sostituzione di un tipo di autorità con un’altra), a costo di far funzionare le nuove istituzioni ‘a vuoto’, senza reale efficacia, e riservandosi la possibilità di sostituirle con altre, se l’azione rivoluzionaria reale dell’avvenire lo esige.

Ora, sembra più facile trovare un tale simulacro di idea rivoluzionaria… che non proporre questa idea stessa.»

Alexandre Kojève, La nozione di autorità (trad. Marco Filoni).

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