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LE CITAZIONI: Tolstoj. Sulle cause della guerra

Lev Tolstoj

by Ernesto Scelza
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All’inizio del Libro III del suo capolavoro del 1867, Lev Tolstoj tenta di comprendere le ragioni che portarono Napoleone Bonaparte a muovere guerra alla Russia di Alessandro I. Il passo citato è poi ripreso in una nota: “Perché milioni di uomini cominciarono ad ammazzarsi a vicenda? Chi glielo ordinò? Si direbbe fosse chiaro a ciascuno che nessuno di loro ne avrebbe tratto alcun beneficio, ma anzi per tutti le cose sarebbero peggiorate. Perché lo fecero? Retrospettivamente si potrebbero avanzare, e si avanzano, congetture all’infinito sulle cause di tale insensato comportamento, ma il numero infinito di queste spiegazioni e la loro convergenza dimostrano soltanto che le cause erano innumerevoli e che nessuna di esse può essere considerata la causa”.

 

«Verso la fine del 1811 erano iniziati, sempre più intensi, l’armamento e la concentrazione delle forze dell’Europa occidentale… si mossero da occidente a oriente, in direzione della frontiera con la Russia, verso la quale, a partire dal 1811, erano del pari affluite le forze russe. Il 12 giugno le forze dell’Europa occidentale varcarono il confine con la Russia e scoppiò la guerra: un evento contrario alla ragione e alla natura umana divenne realtà. Milioni di uomini commisero, gli uni al danno degli altri un numero indicibile di misfatti, tradimenti, ladrocini, rapine, incendi e assassinii, falsi in assegni e denaro, quali per secoli non ne annoverano le cronache di tutti i tribunali del mondo. E invece durante quel periodo gli uomini che se ne macchiarono non li considerarono nemmeno reati.

Che cosa aveva prodotto un evento così straordinario?

Quali ne furono le cause?

Con ingenuo semplicismo gli storici dicono che tali cause furono l’offesa inferta al duca di Oldenburg, l’inosservanza del sistema continentale, la sete di dominio di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici e così via (…).

È comprensibile che le cose si prospettassero in questi termini ai contemporanei. È comprensibile che a Napoleone sembrasse che la causa della guerra fossero gli intrighi dell’Inghilterra (come dichiarò più tardi all’isola di Sant’Elena). È comprensibile che ai membri del Parlamento inglese sembrasse che la causa della guerra fosse la sete di dominio di Napoleone, che al duca d’Oldenburg sembrasse il sopruso commesso a suo danno, che i commercianti vedessero la causa della guerra nel sistema continentale, donde era derivante la rovina dell’Europa (…). Si capisce che queste e innumerevoli altre cause… sembrassero ovvie ai contemporanei; ma per noi posteri, che completiamo in tutto la vastità, la grandezza dell’evento che allora si compì e che penetriamo il semplice e terribile significato, queste cause appaiono inadeguate. A noi riesce incomprensibile che milioni di uomini, cristiani, si siano torturati e uccisi a vicenda perché Napoleone era avido di dominio, Alessandro era inflessibile nelle sue opinioni, la politica dell’Inghilterra scaltra e il duca d’Oldenburg era stato offeso (…).

Per noi posteri, che non siamo storici e del pari non siamo condizionati dal gusto della ricerca e perciò contempliamo l’avvenimento con serenità di giudizio, le sue cause ci si prospettano diverse e copiose. Quanto più ci inoltriamo nella ricerca delle cause, tante più ne scopriamo. E ogni causa considerata separatamente, o anche un’intera serie di cause ci appaiono giuste di per se stesse e del pari false per la loro inconsistenza, se raffrontate all’immensità dell’avvenimento: false per la loro inadeguatezza a produrre l’evento che allora si compì.

(…) Nulla fu causa isolata ed esclusiva dell’evento, ma l’evento dovette verificarsi semplicemente perché doveva verificarsi. Milioni di uomini, rinunciando ai loro sentimenti umani e alla loro umana ragione, dovevano andare da occidente a oriente e uccidere i loro simili, così come secoli prima altre folle di uomini erano andati da oriente a occidente per agire all’identico modo.»

Lev Tolstoj, Guerra e pace (trad. Emanuela Guercetti).

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