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Leadership e potere

by Piera De Prosperis
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potere e leadership

Potere, leadership e suoi utilizzi: abbiamo tutti assistito con sgomento a quegli attimi di apparente morte in diretta del calciatore Christian Eriksen, durante la partita Danimarca-Finlandia. Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando il capitano della squadra danese ha attuato le manovre salvavita ed è riuscito ad evitare che una tragedia privata diventasse un evento mediatico. “Resuscitato” è il termine che usa Roberto Corsetti, tra i più noti cardiologi italiani dello sport e direttore del Centro Medico B&B di Imola. “Eriksen è vivo per miracolo. Un miracolo reso possibile da un protocollo medico e organizzativo esemplare sul campo, dalla bravura del suo capitano Kjaer, che gli ha spostato la lingua per farlo respirare.”

Il capitano è stato un leader. Gli sport di squadra sono un’ottima base per lo studio dello sviluppo della leadership. Molto spesso assistiamo alla presenza in contemporanea di due figure distinte: il leader istituzionale e quello intimo. Per capirci, il primo è l’allenatore. Il secondo è il capitano, scelto dai componenti della squadra, riconosciuto come la persona più adatta ad assumersi delle responsabilità. Ottimale è quando i due ruoli sono complementari tra loro, in caso diverso l’effetto sulla squadra diventa destabilizzante. Sto pensando a quanto abbiamo appreso attraverso la fiction su Totti Speravo de morì prima, in cui viene posto l’accento sul rapporto conflittuale Spalletti vs Totti che creò diversi problemi non solo all’atleta, ormai sul viale del tramonto, ma anche a tutti i compagni.

In uno studio sul potere, condotto dagli psicologi sociali John RP French e Bertram Raven nel 1959, si individuano cinque tipologie attraverso cui il leader, o comunque l’agente sociale “O”, può intervenire sull’atteggiamento e sui comportamenti degli altri membri del gruppo “P”.

Il potere di ricompensa (reward power). Si basa sull’abilità di O di concedere ricompense a P ma soprattutto sull’abilità di far percepire a P di poter ottenere ricompense da lui. Queste ricompense possono appartenere a diverse tipologie e possono essere sia materiali che puramente simboliche.

Il potere coercitivo (coercive power). Rappresenta esattamente l’opposto del potere di ricompensa. In questo caso P non è spinto alla sottomissione dall’attesa o dall’aver ricevuto un dono ma più che altro dalla paura di poter ricevere una punizione. E’ importante, perché questo potere abbia sufficiente effetto, che P percepisca la minaccia di poter ricevere sanzioni come reale potenzialità di O.

Il potere legittimo (legitimate power). Rappresenta il potere conferito a O da parte di norme legittimate e interiorizzate da parte di P. Questo tipo di potere obbliga P a sottomettersi a questa azione di O. L’origine delle norme che conferiscono il potere legittimo al leader può dipendere dalla cultura o dalla società a cui O e P appartengono. Questo tipo di potere è strettamente legato ai due precedenti in quanto, pur avendo una base legittima, si realizza comunque attraverso un sistema di ricompense per il conformismo e sanzioni per la devianza.

Il potere d’esempio (referent power). E’ il potere esercitato da O in quanto modello per P. In questo caso il potere di modificare il comportamento altrui è estremamente sottile e complesso in quanto si basa su un processo di identificazione di P in O, e quindi su un processo estremamente intricato che ha origine innanzi tutto in P stesso. In un certo senso è P, in questo caso, a legittimare il potere di O su di sé in modo, a volte, del tutto inconscio.

Il potere di competenza (export power). Si basa sull’idea che P ha riguardo l’esperienza di O in un determinato ambito. In questo caso O viene riconosciuto come competente e preparato ad affrontare una particolare situazione all’interno della quale può assumere il ruolo di dominatore. E’ una forma di potere simile a quella precedente con l’unica differenza di rimanere limitata all’interno di una sola area. Perché comunque questo potere venga riconosciuto da P è necessario che quest’ultimo abbia modo di riconoscere l’esperienza di O e che si fidi della sua parola.

Queste cinque categorie rappresentano cinque diversi modi attraverso i quali chi ha in mano il potere è in grado di agire sugli atteggiamenti e sui comportamenti delle altre persone. Ognuna di queste categorie è applicabile senza troppe difficoltà al mondo dello sport, in particolare all’interno delle discipline di squadra e non solo.

Vi sarà capitato, o per lavoro o per ruolo familiare, di esercitare una leadership. A quale di queste tipologie vi sentite più vicini e perché? E’ un gioco, ma uno di quelli che, a volte, ci mette di fronte alla possibilità di conoscerci meglio e forse di correggere certi atteggiamenti. Io spero di aver esercitato il potere di competenza, a volte. Più raramente, quello di esempio. Ma forse pecco di presunzione.