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Vincenza Angeletti dal laboratorio acque dell’Arpac di Salerno

by Flavio Cioffi
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Vincenza Angeletti

“Sono la dottoressa Vincenza Angeletti e sono la responsabile dell’unità operativa semplice del laboratorio acque ad uso umano di Salerno”. E’ cominciata così la nostra intervista a chi in Arpac si occupa dei controlli analitici sulla qualità delle acque che beviamo o nelle quali ci bagnamo a Salerno e provincia. Un lavoro di assoluta rilevanza per la tutela della salute pubblica.

Cosa si intende precisamente per acque ad uso umano?

A Salerno ci occupiamo delle acque potabili, di rete ed eventualmente di pozzo, delle acque minerali, imbottigliate o anche alla sorgente, e delle acque di piscina. Eseguiamo anche le analisi microbiologiche sulle acque di balneazione, però si tratta di un’attività collaterale.

Ci descriva il suo laboratorio.

Il laboratorio rappresenta una unità semplice all’interno dell’area analitica, che è una struttura complessa. Seguiamo sia la parte chimica che quella microbiologica e siamo accreditati per 32 parametri chimici e tutti i 6 microbiologici previsti dalla normativa. Vi collaborano, oltre a me, un microbiologo e tre tecnici di laboratorio.

Vi occupate solo delle acque della provincia di Salerno?

Si, ogni Dipartimento provinciale dell’Arpac si occupa delle acque del suo territorio. Questo perché le analisi devono essere effettuate entro le 24 ore da quando vengono consegnati i campioni e quindi per poter rispettare il calendario delle analisi ogni Dipartimento ha il suo laboratorio.

Cominciamo con le acque minerali.

Il laboratorio è adibito al controllo analitico sull’imbottigliato, sull’acqua delle bottiglie che compriamo nei negozi per capirci, in base ai campionamenti che effettuano le Asl secondo lo specifico Piano regionale. In alcuni casi collaboriamo anche con la polizia e l’Autorità giudiziaria che fanno prelevare il campione sospetto e lo portano a noi per le analisi. Controlliamo le fonti solo nel caso che le Asl ce lo chiedano e comunque sono sempre loro a campionare.

Passiamo alle acque di rete.

Ancora una volta sono le Asl a campionare secondo il Piano regionale. Noi eseguiamo le analisi sulla distribuzione, ossia sull’acqua delle varie fontanine pubbliche distribuite in tutte le città di cui le Asl hanno la mappatura e che arriva al contatore delle case. Se riscontriamo dei parametri fuori norma lo comunichiamo immediatamente all’Asl con una preallerta, una sorta di anticipazione del rapporto finale che tiene poi conto di tutti i parametri, da un minimo di tre a un massimo di 48. A questo punto l’Asl provvede a ripetere i campionamenti a monte e a valle e a comunicare l’anomalia al Comune e al gestore della rete, in modo tale che vengano eseguiti i necessari interventi. Ovviamente a questi controlli si aggiungono quelli che sono tenuti a fare gli Enti gestori con i propri laboratori.

Riscontrate spesso anomalie?

Noi facciamo continuamente comunicazioni di preallerta. Soprattutto in relazione ai parametri microbiologici. Il problema è dovuto perlopiù alla vetustà delle condutture idriche che andrebbero sistemate, però va detto che la qualità dell’acqua è molto migliorata rispetto al passato.

E le sorgenti?

Alcune Asl fanno il doppio controllo, cioè controllano pozzi già controllati dal gestore. Dal risultato delle nostre analisi posso dire che la situazione è buona. Negli ultimi tempi, infatti, c’è una maggiore attenzione alla qualità dell’acqua e quei pozzi che presentavano parametri fuori norma non vengono più utilizzati. I controlli sono diventati più appropriati e più mirati.

Quindi il Piano regionale di controllo funziona?

Si, anche se lo intensificherei. Perché la nuova normativa del 2017 prevede che le Asl valutino in base a tutti i dati disponibili quali sono i parametri che devono essere verificati. Magari ci sono parametri che vengono richiesti con una frequenza maggiore ma che hanno un impatto minore, quindi vanno aumentati altri controlli. Ma anche il numero dei campionamenti, da tarare in base ai piani di sicurezza che devono elaborare le Asl.

E veniamo alle piscine.

Viene controllata l’acqua di approvvigionamento, all’immissione e in vasca. A Salerno negli ultimi anni sono stati effettuati pochissimi controlli. Vuoi per via della pandemia, che ha distratto molte risorse, vuoi a causa della scarsità di personale nelle Asl. Quindi, mi dispiace dirlo, ma a Salerno le piscine sono poco controllate.

 

Ma in questo scenario di controlli che andrebbero incrementati, l’Arpac ha personale sufficiente?

Altro personale, soprattutto nei laboratori, servirebbe veramente. Io stessa sto agli strumenti nonostante l’impegno dei miei validissimi collaboratori, che prendono davvero a cuore il loro lavoro e lo svolgono con passione. Però, nonostante la pandemia e le carenze di personale, le Asl controllano quanto più possibile e noi del laboratorio Arpac di Salerno, come i nostri colleghi degli altri Dipartimenti, siamo sempre stati sul pezzo ad analizzare i campioni che continuavano ad arrivare.