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Napoli. La campagna per le comunali è già partita

by Lucia Severino
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comunali e covid

L’assalto al Comune di Napoli è partito ufficialmente. Le consultazioni per le comunali sono in corso. In realtà il tema è sul tavolo della politica da molto tempo, ma si aspettava di vedere cosa sarebbe successo alle regionali. Chi avrebbe vinto (non dimentichiamo che prima del Covid De Luca era dato perdente) e con quale margine. Quali sarebbero stati i rapporti di forza tra gli schieramenti e al loro interno. Il risultato dei 5Stelle e le mosse di De Magistris. I voti napoletani dei candidati alle regionali. E tanto altro. Le relative analisi non sono ancora finite ma svariate carte sono già state messe sul tavolo.

Antonio Bassolino ha sostanzialmente avanzato la propria candidatura. Non è chiaro, allo stato, se punti davvero a fare il Sindaco o se voglia semplicemente essere della partita. Pare che sia ancora pentito di aver accettato le primarie la volta scorsa e intenda ora giocarsela autonomamente. Il messaggio sembra essere: se non mi candidate voi mi candido io. Alla De Luca, per intenderci, anche se il quadro è ben diverso. Comunque, non è una semplice boutade e l’ex Sindaco/Governatore/Ministro non è solo.

Roberto Fico, finora molto schivo sul futuro del Comune di Napoli ancorché palesemente interessato alla questione, negli ultimi giorni è stato improvvisamente molto presente in città. Incontri, saluti, presentazioni e via dicendo. Sono tutti messaggi. D’altronde la prospettiva di un accordo col PD è più che possibile. Valeria Ciarambino, la cui candidatura senza molte speranze alle regionali è stata frutto di un sostanziale patto di desistenza, con un’inversione di rotta politica a 360 gradi ha infatti già aperto al dialogo con De Luca. Il quale ha subito risposto positivamente ventilandone la nomina a Vicepresidente del Consiglio regionale. Se poi la trattativa porterà ad un candidato comune e se questo sarà espressione dei 5Stelle o del PD deluchiano, resta da vedere e dipenderà anche dallo scenario nazionale. In primis, le comunali a Roma.

Ma Fico ha altre frecce nella faretra, a cominciare da De Magistris. L’attuale Sindaco, in cerca di un futuro politico per sé e per i suoi, è sempre stato molto vicino al Presidente della Camera. Basti pensare ai recenti ingressi in giunta comunale. Inoltre, vanta un rapporto storico con il deus ex machina del Movimento pentastellato. E’ vero che la sua candidata dovrebbe essere Alessandra Clemente, ma sembra essere più che altro una minaccia.

Cosa farà De Luca? Cercherà di dare le carte e decidere per quanto possibile in autonomia chi sarà il candidato del centrosinistra, alleato o meno con i 5Stelle. E’ già al lavoro. Pare che il suo delegato Fulvio Bonavitacola, riconfermato Vicepresidente e assessore all’ambiente della Regione, abbia appena avuto un abboccamento con Sergio D’Angelo. D’Angelo, commissario di ABC e leader storico delle coop impegnate nel sociale, non ha mai fatto mistero delle sue aspirazioni “sindacali”. Anche se con grande discrezione e senso della misura. Diciamo che è ben cosciente della varietà degli scenari che possono aprirsi e ritiene che l’importante sia stare nel mazzo di carte. Giocherà certamente un ruolo di primo piano.

Silenzioso per il momento Umberto De Gregorio, capo dell’EAV, che non ha mai fatto mistero delle sue aspirazioni. Forse perché la congiuntura economica nella quale versa la sua azienda non è felice o forse semplicemente perché sta aspettando di capire come evolverà la situazione. Esplicito invece Gaetano Manfredi, reduce dall’elezione del Rettore della Federico II che gli ha riservato qualche sorpresa, il quale ha dichiarato che lui fa il Ministro e basta. Vedremo.

Non pervenuto il centrodestra. Al suo interno non hanno ancora del tutto interpretato lo tsunami regionale che lo ha travolto. In particolare Forza Italia deve fare i conti con i suoi problemi di leadership locale. La Lega c’è e non c’è. FdI sembra avere più numeri dei suoi alleati. Sceglieranno un esponente politico o un rappresentante della cosiddetta società civile? Certo è che al momento tutto tace e se adotteranno la linea già seguita per la nomina di Caldoro sarà una partita a tressette col morto.