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Parco del Matese. Italia Nostra scrive al Ministro Costa

by Redazione
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Lo scorso 30 luglio la Presidente nazionale di Italia Nostra ha inviato al Ministro dell’ambiente Sergio Costa una lettera che ha per oggetto il Parco nazionale del Matese, chiedendone finalmente la perimetrazione. Ve ne proponiamo alcuni stralci.

“…vogliamo portare nuovamente alla Sua attenzione la situazione del Parco Nazionale del Matese, istituito con legge dello Stato, nel dicembre del 2017, ma di cui ancora oggi nulla o poco è stato discusso a livello territoriale sui tempi e i modi della perimetrazione, della zonazione e della futura governance del Parco.

Proprio a fine giugno Italia Nostra ha promosso come estensione della GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI 2019 un Seminario che si è svolto a Morcone (BN), con contributi numerosi e qualificati, con importanti testimonianze delle associazioni e delle istituzioni del territorio … il futuro parco nazionale del MATESE è esemplificativo grazie ai suoi altopiani e alle testimonianze storico-antropologiche disseminate in tutto il territorio … In particolare, è stata considerata l’area dell’Alto Tammaro quale punto di confluenza di varie opportunità di sviluppo anche interregionali, che occorre far interagire con la istituzione del Parco Nazionale: la Strategia per le aree interne, la Legge sui piccoli comuni, la recentissima legge regionale campana sui laghi e sui fiumi, la potabilizzazione del lago di Campolattaro, il turismo religioso sul tratto Pietrelcina Castelpetroso … ed infine il Regio Tratturo, in un naturale collegamento del Parco Nazionale del Matese con il Parco Nazionale degli Abruzzi, Lazio e Molise.

In questo contesto, a nostro parere speciale, non nascondiamo la preoccupazione per territori, come Morcone, la cui vocazione naturale, paesaggistica e culturale è strettamente collegata alla realtà del Parco nazionale nonostante la recente declinazione industriale impostagli con l’istallazione di impianti eolici di ultima generazione. Le grandi centrali eoliche hanno inopinatamente ed impunemente sottratto al Parco del Matese il vasto altopiano tra i 900 ed i 1200 metri della montagna di Morcone e Pontelandolfo, che ha visto il pascolo millenario di bovini e mandrie di pecore…

La esclusione dal Parco di questa area, dove 50 aziende di allevatori hanno paradossalmente invocato da anni il Parco, finirebbe per premiare la operazione di installazione delle gigantesche torri, pochi istanti prima che giungesse il Parco. Il Parco deve giungere invece con un messaggio politico ben chiaro. Nessuno potrà cancellare la vocazione storico naturalistica di questi luoghi. Le torri rimarranno per il tempo assegnato e per l’ammortamento, per poi lasciare tra 20/30 anni di nuovo e per sempre quei luoghi alla protezione naturalistica primaria…

Si fermi con l’inserimento nel parco dell’Altopiano quello che per le popolazioni e per le persone avvedute è uno scempio di natura e paesaggio giunto proditorio ed inaspettato.

E per quanto riguarda il tratturo Pescasseroli-Candela, che segue da basso l’intero sviluppo nord sud del Massiccio del Matese, da Isernia a Boiano, da Sepino a Colle San Martino ed a Reino, si faccia ancora una volta una scelta politica, meditata e feconda. I tratturi, vera ricchezza del sud sono stati tanto esaltati, quanto traditi. Nella tutela nella conservazione e nella valorizzazione. Il Parco faccia proprio il percorso del tratturo. Lo leghi alla tutela della montagna e dei borghi. Lo incorpori nel Parco del Matese con l’intento di dare un forte segnale di attenzione a questi beni dopo decenni di falso interesse e di reale triste colpevole abbandono…

Per questi motivi, Italia Nostra richiama tutte le istituzioni a svolgere coerentemente il proprio ruolo: il Governo, le Regioni Campania e Molise, i Comuni del territorio devono agire urgentemente per concludere l’iter attuativo del Parco ma rispettandone e valorizzando l’intero contesto geografico e di riferimento. Un contesto geografico coeso che naturalmente si collega anche allo sviluppo di attività economiche determinanti per la riconoscibilità dei luoghi come la pastorizia e l’allevamento degli armenti”.