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Perché sto con Bassolino

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Si avvicina l’appuntamento elettorale ed è tempo di scelte. La mia l’ho già fatta, da tempo. Sostengo con decisione la candidatura di Antonio Bassolino a Sindaco di Napoli.

Archiviata ormai da mesi, non senza conseguenze per la città, la pessima esperienza delle Giunte De Magistris (se ne perde persino il conto nelle svariate edizioni), le coalizioni nazionali hanno espresso nella città partenopea ammucchiate davvero indigeste. Il profilo che ne scaturisce è quello di una operazione bipartisan di natura trasformistica e gattopardesca, con la caccia a portatori di consensi elettorali negli anfratti dell’opportunismo. Come potrebbero mai governare coalizioni di campioni di molteplici interessi, che cercheranno di massimizzare solo la propria utilità nella conta delle urne? Comincerebbe anche l’inevitabile ed alacre sport nazionale del cambio di casacca, così ormai consueto da non condurre nemmeno allo stupore.

A Napoli non serve questo. Le condizioni della città sono drammatiche, a partire dal bilancio comunale: crisi economica e sociale, assenza di strategia nel disegno di una moderna comunità metropolitana, disastro nel trasporto pubblico locale e nei servizi collettivi, dalla cura del verde all’assenza dell’ordinaria manutenzione.

Antonio Bassolino si è smarcato dai giochi di Palazzo. Non perché non abbia una chiara identità distintiva dal punto di vista politico, ma perché ha compreso che è l’ora di un nuovo civismo democratico, intriso di politica, non collaterale rispetto ai partiti, ma protagonista di una stagione di rispetto verso le istituzioni, di autonomia responsabile, di forte raccordo con la società civile, per suscitarne le energie migliori.

Bassolino non deve pagare dazio a nessun potere costituito, non deve negoziare con portatori di interesse, non è affiancato da capi bastone che poi condizionerebbero le scelte di governo. Proprio per questo la sfida è difficile, ma proprio per questo la sfida è appassionante, e riguarda tutti noi. Chi contrasta la sua candidatura si appella al passato, alla sua età, alle esperienze vissute. Sono tutte ragioni invece che militano nella direzione opposta. Quanto alle rottamazioni, dovremmo ormai aver visto quali sono gli esiti: l’emersione di un ceto di incompetenti che ha generato danni di proporzioni incalcolabili.

Avere esperienza è una virtù democratica se, come Bassolino ha dimostrato nel passato, si ha la capacità di produrre nuova classe dirigente. Certo, anche commettendo errori, come Antonio Bassolino stesso, ammette senza difficoltà.

Molti ricordano l’emergenza rifiuti e le difficoltà di questi lunghi anni. Ma senza il termovalorizzatore di Acerra Napoli sarebbe stata sommersa dall’immondizia. Si tratta ora di completare il ciclo dei rifiuti, realizzando gli impianti che mancano e gestendo un indispensabile conflitto con le popolazioni che ancora oggi rifiutano un confronto razionale sulla questione.

Pochi ricordano invece l’entusiasmo del rinascimento napoletano, quei primi anni della Giunta Bassolino che restituì ai napoletani orgoglio e dignità. Senza uno scatto di partecipazione e di fiducia, la nostra città non si potrà risollevare. Abbiamo bisogno di un allenatore che attorno a sé chiami una squadra motivata a lavorare per l’interesse generale, fuori dalle camarille che condizionano il sentiero del nostro cammino.

Come dice Antonio Bassolino: non succede, non succede. Ma se succede…