fbpx
Home Napoli “Preparo alla Vita ed alle Armi”

“Preparo alla Vita ed alle Armi”

by Generale Fabrizio Lisi
0 comment

“Lo giuro!” Gli Allievi del primo anno della Scuola Militare “Nunziatella” hanno, oggi, suggellato in armi, con un grido emozionato, nelle loro splendide uniformi, la promessa di servire lo Stato e le Istituzioni dedicando la vita al nostro Paese.

Da 232 anni, l’età della Scuola, il sacro rito si ripropone, sempre carico di valori, calore, colore. Oggi, come ormai da alcuni anni, nella meravigliosa cornice di Piazza Plebiscito a Napoli. Con il maestoso Palazzo Reale a fare da testimone e con un inaspettato sole spuntato fra le nubi di un preannunciato e non giunto temporale, sotto lo sguardo ammirato e tenero di tante Autorità presenti e di genitori anch’essi emozionatissimi.
La Nunziatella da più di due secoli lì, sulla collina di Pizzofalcone, a stagliarsi su Napoli. Sempre splendida, con le rosse mura del suo Maniero.
Ma i più emozionati forse erano quelli che, come chi scrive, sono accorsi come ogni anno a rivederla la nostra Scuola. A rincontrare gli amici che hanno preso le più disparate strade della vita militare e civile. A ricordare con essi gli episodi di allora, ma soprattutto a riflettere sull’importanza dei valori che hanno appreso adolescenti e che sono stati le pietre angolari delle loro vite. Così bene riassunti nel motto dell’ Istituto: “Preparo alla Vita ed alle Armi”.
Ed oggi eravamo in tanti, noi “ex”. Qualcuno con il figlio “inquadrato” fra gli Allievi che giuravano, qualcuno a godersi i privilegi di una ospitalità “speciale” riservata dalla Nunziatella e dal suo stupendo Comandante a chi festeggiava un anno “tondo” (un cinquantennale, come chi scrive…). Tutti carichi di emozione come al proprio giuramento. 50 anni di vita militare sono tantissimi, ma sembrano volati in un attimo. Impossibile raccontarli, passati a servire la Patria dentro e fuori i confini del Paese o a svolgere con altrettanta serietà e dedizione mille altre attività professionali, pubbliche o imprenditoriali. I colleghi di Corso hanno scelto me per consegnare ad un “Cappellone” del primo anno la “stecca” (pochi sanno che si tratta di uno strumento “reale”, destinato, ma in effetti quasi mai utilizzato, a lucidare i bottoni della “storica” a suon di Sidol ed olio di gomito). Mi era capitato da Cadetto allora, ed è avvenuto di nuovo oggi. Beh, consegnandola nelle mani di quel soldatino quindicenne, mi è sfuggito uno strappo al cerimoniale: una carezza su quel giovane volto ed un “tanti auguri di Buona Vita”.
Chissà se quei bellissimi ragazzi e ragazze saranno, anche meglio di quanto siamo stati noi, ambasciatori nel Paese di buoni valori e “portatori sani” di esempio, di serietà, di bontà d’animo, di generosità. Forse se ne sente veramente il bisogno, di questi tempi, quando sembra che i sentimenti dominanti siano invece l’egoismo, l’approssimazione, l’arrivismo fine a se stesso.
Auguri a quei giovani Allievi da parte di tutti coloro che, nella propria vita, ne condividono quotidianamente gli stessi sentimenti ed i medesimi valori.