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Regioni a Bruxelles contro la nuova direttiva sulla qualità dell’aria

by Redazione
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Da Cittadini per l’Aria giunge un allarme. Il 24 maggio i governatori di Lombardia, Piemonte e Veneto sarebbero attesi a Bruxelles per presentare una controproposta alla revisione in atto della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. Una revisione in corso dal 2021, divenuta non rinviabile dopo la pubblicazione delle nuove Linee Guida dell’OMS che indicano come inadeguati i limiti oggi in vigore in Europa.

Piemonte, Lombardia e Veneto, con la recente aggiunta dell’Emilia-Romagna, si sarebbero messe di traverso cercando di “trasformare i limiti imposti per legge ai vari inquinanti in semplici valori obiettivo”. Il che porterebbe ad un “quadro normativo fumoso e ricco di deroghe”.

Gli ambientalisti sono dunque sul piede di guerra contro quella che giudicano una “inedita alleanza” (non tanto inedita per la verità). “Le richieste sono irresponsabili sia rispetto al tema della salute dei cittadini che rispetto al tema dell’impegno di riduzione delle emissioni nella prospettiva del cambiamento climatico”, commenta Anna Gerometta presidente di Cittadini per l’aria. Si chiedono: mezzi pubblici, no alla combustione della legna, ridimensionamento dell’allevamento intensivo.

Gli argomenti che i tecnici delle Regioni sostengono in Europa riguarderebbero fattibilità, tempistica e responsabilità, basandosi sulla contestazione degli scenari al 2030 preparati dalla Commissione Europea definiti non realistici.

Eppure proprio l’ARPA Lombardia, in recenti studi svolti nell’ambito del progetto europeo LIFE-IP PREPAIR, avrebbe evidenziato come le principali fonti di inquinamento in pianura padana consistono proprio nel trasporto (NO2, PM2.5), nella combustione di carburanti solidi per uso domestico (legna, pellet, per PM10, PM2.5, NMVOC) e nell’allevamento e agricoltura (PM2.5, O3). Il trend dei principali inquinanti sarebbe praticamente piatto dal 2018 (PM10), dove non in salita (PM2.5). Non a caso “le regioni padane sono state condannate tre volte dalla Corte di Giustizia Europea per non aver rispettato i limiti sugli inquinanti e per non aver adottato le misure necessarie a risanare la qualità dell’aria”.

L’argomento della sfida socioeconomica e finanziaria dei vasti investimenti da realizzare, le tradizioni locali o l’inadeguatezza delle politiche dell’Unione, in particolare nei settori del trasporto, dell’energia e dell’agricoltura non avrebbero valore. Infatti, mancherebbe la prova dell’esistenza di circostanze eccezionali ed anzi l’attuale proposta di Direttiva indicherebbe “limiti non coincidenti con quelli individuati dalle linee guida dell’OMS”.

Nell’incontro del 24 maggio a Bruxelles, sarà proposta una procedura di discussione ridotta che limiti la possibilità di migliorare la proposta e consenta di ottenere la flessibilità, i tempi e l’abolizione dei limiti richiesti.