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San Gennaro si è concesso una… finta

by Federico L. I. Federico
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Quest’anno 2021, nato sotto la cattiva stella del Covid-19, San Gennaro alla sua prima occasione annuale dello scioglimento del sangue aveva fatto cilecca, lasciando i credenti suoi fedeli costernati e gli altri, gli indifferenti, impegnati a vivere le feste laiche del Primo Maggio dei Lavoratori e poi a discutere dell’intervento in TV di Fedez. La conseguenza è stata che il mancato ripetersi del miracolo di San Gennaro si è disperso nel mare magno delle più diverse notizie che intanto impazzano sui media e sui social.

San Gennaro, insomma, sembrava diventato un Santo di Serie B e il suo “Miracolo di san Gennaro” – ripetutosi centinaia di volte a partire dall’anno 1389 – sembrava un evento destinato ormai a finire nel cassetto della memoria dei più vecchi. Il sangue del Santo Patrono di Napoli si scioglie infatti tradizionalmente tre volte all’anno. Nel primo sabato di Maggio, in cui si ricorda la traslazione delle reliquie del corpo del Santo nel Duomo di Napoli, avvenuta nel 1497. Poi il 19 Settembre, che è la ricorrenza del suo martirio, avvenuto per decapitazione a Pozzuoli nell’anno 305 dopo Cristo, quando il Vescovo beneventano affrontò la morte rifiutando di abiurare la propria fede in Cristo Salvatore.

E infine il 16 Dicembre, che è la data dell’eruzione cosiddetta di Torre del Greco del 1631. La più forte e furiosa eruzione vesuviana dopo quella ecatombale del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia e fu detta pliniana, perché fu occasione della morte di Plinio il vecchio, filosofo, scienziato e comandante della flotta romana a Miseno. In occasione di quella terribile eruzione seicentesca la statua di San Gennaro fu portata in processione dal popolo napoletano verso il Vesuvio fumante, mentre infuriava la sua spaventosa eruzione che aveva letteralmente scaraventato in mare metà della città corallina e devastato l’area vesuviana circostante, come ricorda una lapide vicereale “ncopp‘ ‘o ptaffio”, cioè in località Epitaffio, a Torre del Greco.

La tradizione vuole che in quella occasione San Gennaro, placando il Vesuvio, proteggesse Napoli, la quale riportò pochi danni. Da quel momento furono quindi tre le giornate in cui si venerava il Santo, con la possibilità di assistere allo scioglimento del suo sangue, custodito nel Duomo di napoli, in una ampolla sigillata.

A ciò si aggiunge il fatto che negli stessi giorni si verifica l’arrossamento dei segni del sangue versato da San Gennaro sul masso pietroso su cui poggiò la testa al momento della decapitazione, custodito nel piccolo Santuario di San Gennaro a Pozzuoli, sorto a pochi passi dal luogo stesso dell’esecuzione della sua condanna a morte. E sia a Napoli che a Pozzuoli, quando si verifica l’evento prodigioso e inspiegato, gli astanti raccolti in preghiera prorompono in un fragoroso e liberatorio applauso da stadio.

E così l’evento prodigioso si ripete tre volte l’anno. O almeno … dovrebbe ripetersi.

Ebbene sì, perché non sempre lo scioglimento avviene. Oppure, esso avviene in ritardo o anche in anticipo rispetto alla funzione in cui stuoli di vocianti fedeli invocano, insieme al cardinale di Napoli, quella “faccia gialluta” di San Gennaro di fare il miracolo, facendo sciogliere quel grumo nerastro di sangue secco custodito nell’ampolla.

Il mancato scioglimento però si verifica a volte ed è unanimemente considerato un segno infausto per i tempi che poi dovrà vivere Napoli nel corso dell’anno e negli anni a venire. Durante la storia recente, i casi di mancato scioglimento si verificarono nel settembre del 1939 e poi nel 1940, ad esempio, quando cioè ci fu l’inizio della Seconda guerra mondiale e l’entrata in guerra dell’Italia. Poi ancora nel Settembre del 1943, durante l’occupazione nazista. Nel settembre del 1973, l’anno del colera a Napoli, e nel settembre del 1980, l’anno del terremoto in Campania.

Anche in anni molto lontani il mancato scioglimento del sangue coincise spesso con guerre, eruzioni e pestilenze. Ma altre volte il sangue si è sciolto, sempre beneauguralmente per Napoli, in giorni diversi da quei tre giorni “canonici” che abbiamo ricordati.

E anche quest’anno il sangue si è sciolto dopo un paio di giorni: il lunedì successivo al sabato della funzione, il 3 di maggio scorso.

In tempi di Covid non ci poteva essere segno migliore.

E allora perché il ritardo? Ebbene, senza voler fare i mistici dell’ultim’ora e ad ogni costo, possiamo intanto dire che forse – ma anche senza forse – oggi non ne avremmo parlato o scritto, perché lo scioglimento sarebbe passato come fatto “ordinario”.

O anche, senza volere essere invece stavolta blasfemi, San Gennaro si è concesso una… finta alla Maradona, per ricordare anch’egli, da buon napoletano, il “pibe de oro” prima di decidersi a segnare… il gran goal della definitiva sconfitta del Covid.