Sulla sanità pubblica campana e sul suo disastro si sono spesi fiumi di parole. Quello che irrita di più e risulta indigesto sono le lunghe file di attesa, anche di un anno. È vergognoso. Ed è come dire alle persone di rinunciare a curarsi. I larghi sprechi e le mani oppressive e odiose sulla sanità della politica, che ne trae benefici clientelari ed elettorali, sono stati e sono il male incurabile di un settore che, per la sua importanza e la sua delicatezza, andrebbe approcciato con molta prudenza e molta competenza. Se in Campania ci fosse una classe politica meno ‘pezzente’ e più impregnata di valori condivisi, più libera da condizionamenti elettorali e in qualche situazione anche malavitosi, ne guadagnerebbero i valori universali della trasparenza, della competenza e della professionalità.
Ci sono in Campania luoghi di eccellenza sanitaria, spesso poco conosciuti ma carichi di professionalità. Professionalità che viene spesa con scrupolo nel solo intento della cura e dell’aiuto umano e psicologico degli ammalati. L’ultimo esempio in tal senso è l’apertura del centro cardiologico del Cardarelli, aperto tutti i giorni compresi i festivi. Come pure segnaliamo l’ottimo gruppo di ematologhe, ben coadiuvate dal personale infermieristico presso il Loreto mare. Certamente fra i luoghi di cura pubblici nella regione ci sono altre realtà che ci inducono a ribadire che la sanità campana ha delle eccellenze scevre da obiettivi che non siamo la cura e il recupero fisico e psicologico degli ammalati. Realtà che le polemiche a volte anche strumentali sulla nostra sanità tengono ai margini del dibattito.
Il primo doveroso e costante impegno che il nuovo presidente della Regione dovrà assumere su di sé sarà rivoltare come un calzino questo comparto, lavorando d’intesa con i rappresentanti dei lavoratori e con un apparato burocratico che dovrà anch’esso essere oggetto di nuova linfa e nuove motivazioni. Non dovrà essere più accettabile una gestione sanitaria che percorra il solco di una burocrazia lenta, inefficace e anche controproducente.
Abbattere le liste di attesa non può essere solo una promessa elettorale, ma impegno di tutta la consiliatura. Vanno bene spese le risorse con le finalità indicate, nulla deve essere sprecato. E occorrono, se necessario, provvedimenti riorganizzativi del settore, adottati con la neutralità derivante dall’obbligo di migliorare l’erogazione dei servizi.
