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Sarno 2020. Dieci punti contro l’inquinamento

by Anita Ferraioli
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Il prossimo 11 luglio il collettivo associazionistico Sarno 2020 sarà alle ore 11 al palazzo della Regione perché le istituzioni e gli enti competenti s’impegnino ad arrestare l’inquinamento del fiume Sarno.

Sarno 2020, nato circa due mesi fa, raccoglie 50 tra associazioni, gruppi cittadini (tra cui Aquamunda) e comitati, e sabato porterà precise richieste d’intervento articolate in 10 punti. Tra cui: analisi tecniche per la bonifica del fiume, adeguamento della rete fognaria, mappatura degli scarichi civili e industriali, ufficializzazione dei dati aggiornati del registro tumori, monitoraggio del corso del fiume. Gli appositi infopoint, organizzati in tutti i comuni coinvolti, sono funzionali a spiegare i 10 punti e a raccogliere le firme dei cittadini per dimostrare l’attivismo della cittadinanza.

30 comuni dei 39 (tra le province di Avellino, Salerno e Napoli) che rientrano nel bacino idrografico del Sarno sono rappresentati in Sarno 2020. I mezzi di comunicazione attuali hanno infatti permesso una più rapida e massiva condivisione della problematica, soprattutto tra i giovani. L’evidenza messa sotto agli occhi di tutti dal lock down ha dato una scossa anche a quanti davano per scontato che il fiume non potesse essere diverso da questo.

Sarno 2020 nasce dal lavoro di comunicazione avviato dal comitato La fine della vergogna, che ha avuto un riscontro social enorme e ha consentito di costituire una rete di associazioni e gruppi. Dalle iniziali 20 associazioni l’idea si è diffusa sempre più, fino a raggiungere le attuali 50. Benché le difficoltà non siano poche, la forza di questo collettivo è proprio l’inedita coesione, in quanto, sebbene vi fossero già diverse reti per il Sarno, una copertura tale sul territorio non c’era mai stata.

Nonostante l’inquinamento del Sarno non sia un problema nuovo, non è ancora chiaro di chi sia veramente la responsabilità. Ma il gruppo di coordinamento del comitato Sarno 2020 ne ha la percezione, sia pure ancora senza riscontri concreti.

“Sia per il problema della rete fognaria, perché una città di 50mila abitanti senza collettamento fognario è inconcepibile. Sia per il grave problema della presenza del cromo, che viene da acqua di concia. I rilievi ARPAC indicano quali sono i punti dove la presenza di cromo supera i limiti consentiti. – dichiarano gli attivisti – Rende perplessi Il fatto che gli interventi necessari alla risoluzione del problema inquinamento ricadano sempre sotto la gestione di soggetti il cui operato è stato inefficiente per anni. Possono promuovere qualunque tipo di iniziativa, ma lasciano il tempo che trovano a fronte dei fatti.”

Mantenere alta l’attenzione è importante, soprattutto in campagna elettorale. È infatti quasi scontata la strumentalizzazione del problema, ma attenzione! La consapevolezza cittadina si avverte. L’eventuale lassismo da parte degli Enti preposti in futuro non passerà in sordina, anzi, potrebbe accendere alzare ancor di più il livello di attenzione.