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Scavi di Pompei: tra fiction e realtà, ma va bene così

by Federico L. I. Federico
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RAI Play con RAI Documentari la sera del 27 dicembre ha trasmesso su RAI2 un documentario sui recenti ritrovamenti verificatisi a Pompei dal titolo “Pompei Ultima Scoperta”, che definiamo bello senza remore, con qualche distinguo che andremo a condividere con il lettore.

Intanto nella presentazione dell’anteprima la Rai “…invita il grande pubblico a scoprire il sito archeologico più importante d’Europa con un documentario che ricostruisce, grazie ad una dettagliata fiction, le circostanze e gli ultimi momenti di vita delle vittime ritrovate durante i recentissimi scavi.”

E qui il nostro distinguo già diventa eccezione perché non ci troviamo d’accordo sul fatto che Pompei sia il sito archeologico più importante “soltanto” d’Europa.

E questo lo dimostrano i fatti, anche quelli storici, in quanto Pompei da ormati oltre due secoli e mezzo appartiene al mondo ed è, peraltro e non a caso, sito mondiale Unesco.

Poi annotiamo che la “dettagliata fiction” riguardante “i recentissimi scavi” è datata novembre 2020, cioè ieri praticamente, mentre i fatti narrati a voce e attraverso le immagini si snodano a partire dal 2018.

In più sono apparsi “dal vero” sulla carta stampata, con una serie di scoop, compreso quello abusato dei calchi delle due vittime dell’eruzione, ancora fresco di stampa.

Ma questo è dovuto forse all’irrefrenabile vezzo dell’indiscusso protagonista degli eventi. Non ci riferiamo al Vesuvio, protagonista di suo oltre duemila anni fa, ma all’osannato Osanna – nomina sunt omina – che ha inondato in più occasioni la stampa nazionale e internazionale di queste cose, come davvero solo lui sa fare.

Gliene diamo onestamente atto.

Ma oggi questo soprattutto serve. Tra l’apparire e l’essere i Media e i Social di ogni latitudine del globo terracqueo preferiscono la prima opzione. E questo, Osanna lo ha capito prima e meglio di tutti, da gran regista di se stesso.

Non a caso il Ministro Franceschini, da navigato politico, raccoglie ogni volta la palla lanciatagli da Osanna, fa con lui squadra e tira in porta da centravanti della Politica romana. E rilascia dichiarazioni come quelle comparse nella Fiction della RAI, quando ha detto che “Pompei nel 2014 era nel mondo (ndr: non in Europa) esempio di fallimento, mentre Pompei oggi è nel mondo simbolo di riscatto ed esempio da imitare.” Precisando altresì che: “Ciò ci impegna ad essere attivi nella tutela del patrimonio culturale e nella sua valorizzazione”.

Insomma in fase acuta di Covid, Dario Franceschini ha trovato ancora visibilità e spazio per smarcarsi dal Covid, cui si aggrappano tutti, nel bene e nel male, compreso il buon “Giuseppi”, al secolo Giuseppe Conte, da Volturara Appula.

Ritornando alla fiction – interpretata da bravi attori e con buoni effetti speciali – essa è una coproduzione internazionale, con numerosi coproduttori, compreso – e questo è un vero scoop – il Parco Archeologico di Pompei.

Saremo curiosi di vedere sul Portale della Trasparenza la notizia e, per quanto possibile, i suoi dettagli, soprattutto per capire se ci sono prospettive di ritorni economici per gli Scavi di Pompei. Oltre quelli di immagine, che sono certi. La scienza in verità nella fiction ha fatto capolino – ma non di più – attraverso la opportuna presenza di archeologi e tecnici specialisti.

Insomma, una operazione tutto sommato positiva per Pompei, nata dai lavori marginali del Grande Progetto Pompei. Non restauri, ma messa in sicurezza dei fronti di scavo, in pratica la ri-profilatura di essi, cioè la stabilizzazione degli strati vulcanici di cenere e lapillo lungo le case ancora sepolte. E, proprio frugando e scavando in un angolo di una di esse – appartenente a un candidato alle elezioni nella Pompei antica – sono stati tirate fuori dalla cenere reperti vari e ossa di scheletri manomessi da scavatori abusivi dei secoli scorsi.

Ma è poi anche emersa una serie di affreschi molto belli. Ed è stato anche ritrovato un thermopolium – subito ribattezzato fast-food da Osanna – decorato in misura straordinaria di riquadri di nature morte di selvaggina e animali da cortile.

Un dettaglio: era l’ultima parte non scavata ancora!!

Simpatica poi la nota di colore riguardante un cane al guinzaglio, anch’esso ribattezzato da Osanna come il “nuovo Cave Canem”. La interessante nota di colore riguardava un graffito inciso sull’affresco, offensivo per il cane, accusato di essere impotente e cacatore (ndr: letteralmente “cacator”) dalla mano ignota di un avventore. Forse di chi ne aveva calpestato gli escrementi?

Stavolta la fiction appartiene a chi ha scritto quest’articolo. Ma, si sa, chi va con lo zoppo…