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Stabilizzazioni e assunzioni in ARPAC

by Noemi Vorro
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Si fa un gran parlare, in questo periodo, delle “stabilizzazioni” del personale precario della Pubblica Amministrazione, tra frequenti annunci e poca sostanza.

A volte, però, ci sono buone notizie.

È il caso dell’ARPAC, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, guidata da Stefano Sorvino, che ha definito la stabilizzazione in servizio, oggi consentita dal decreto “Madia”, di 21 funzionari, prevalentemente tecnici, da diversi anni in servizio con contratto a tempo determinato.

Lo ha fatto con una delibera commissariale dello scorso 7 settembre, già esecutiva, per 9 unità, e con un concorso, pienamente avviato e che sarà completato in tempi brevi, per altre 12 unità, cui farà seguito obbligatoriamente, come previsto dalla legge, un concorso per ulteriori 12 esterni. Ma già ad aprile erano stati stabilizzati 3 lavoratori.

La somma fa 36, un numero di questi tempi.

Sorvino, nell’informare il presidente De Luca e l’assessore all’ambiente Bonavitacola, ha chiesto di riassegnare questo personale, oggi sparso in vari uffici regionali, per “meglio fronteggiare gli accresciuti compiti di controllo ed intervento dell’ARPAC.

Reclutati in parte dall’allora Commissario per l’emergenza Sarno Generale Jucci, in parte da altri Commissariati di protezione civile, erano poi confluiti nell’Arcadis, l’Agenzia regionale per la difesa suolo, soppressa da De Luca, e infine assegnati all’ARPAC, anche se per larga parte operanti in uffici della Regione in posizione di distacco.

La notizia è significativa non solo per il numero, ma molto di più se si considera il loro profilo professionale elevato e qualificato: ingegneri, geologi, architetti, informatici, che hanno acquisito importanti esperienze di progettazione e direzione lavori nel settore delle opere idrauliche e della difesa idrogeologica. È infatti nota la grave carenza nelle amministrazioni che si occupano di ambiente, difesa suolo, ciclo integrato delle acque, ecc. di quadri tecnici rispetto all’esagerata preponderanza di quelli amministrativi.

La sopravvenuta normativa del decreto Madia ha consentito la stabilizzazione secondo procedure più semplici per il personale a suo tempo concorsualizzato e più complicate per quei lavoratori non reclutati mediante selezioni.

In questi casi, le Amministrazioni devono attuare una complessa ricognizione delle qualifiche e dei profili professionali, di aggiornamento del fabbisogno, della pianta organica e dei piani occupazionali e, reperendo la necessaria copertura finanziaria, possono finalmente procedere alle stabilizzazioni mediante veri e propri concorsi, nei quali il 50% dei posti viene riservato agli stabilizzandi ed il restante 50% agli esterni.

Moltissime amministrazioni sono, infruttuosamente, alle prese con la complicata normativa, nel nostro caso, invece, il Commissario dell’ARPAC, attuando gli indirizzi della Giunta regionale, dopo aver effettuato le operazioni propedeutiche, ha già definito gli atti per la stabilizzazione dei nove funzionari già vincitori di concorso e che stanno per essere contrattualizzati a tempo indeterminato, ed ha bandito il concorso per gli altri 12 con procedure speditive esperibili a breve.

Una importante boccata di ossigeno per l’Agenzia dell’ambiente della Campania, oggi oberata di compiti ma gravemente sottodimensionata nelle dotazioni finanziarie e di personale tecnico, se è vero che a fronte dei 540 dipendenti dell’ARPA Campania, l’ARPA Emilia Romagna ne ha 1.320.

Ma, soprattutto, la raggiunta tranquillità per i lavoratori. È significativo il documento della CGIL–Funzione Pubblica che “riconosce grande valore” alla delibera del Commissario Sorvino.

Superare il precariato in una regione come la Campania, caratterizzata da un drammatico tasso di disoccupazione, è opera meritoria.