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Torna l’Esame di Maturità, ma in sostanza niente cambia

e ai ragazzi resta solo la sensazione di vivere in un mondo vecchio

by Piera De Prosperis
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Foto by Archivio Storico Istituto Luce

 

Ancora cambiamenti, ancora novità (o definite tali) per l’Esame di Stato che tornerà ad essere, per l’anno scolastico 2025/26, Esame di Maturità. Confermate due prove scritte, ma il colloquio sarà su quattro discipline individuate da un decreto ministeriale a gennaio con attenzione all’educazione civica ed alle esperienze scuola-lavoro. Alla luce di quanto accaduto lo scorso anno in sede di esame, non sarà possibile per i ragazzi attuare il cosiddetto silenzio deliberato perché ciò comporterà l’impossibilità di ricevere una valutazione positiva. La commissione potrà integrare il punteggio (bonus) fino a un massimo di tre punti, ma solo se il candidato avrà ottenuto almeno novanta punti (invece dei precedenti novantasette). La condotta conterà anche nel voto finale, visto che il punteggio massimo all’esame sarà riservato a chi avrà ottenuto almeno 9 a fine anno. A ogni diploma verrà allegato il Curriculum dello studente, documento che sintetizza attività scolastiche ed extrascolastiche, esperienze formative e progetti realizzati durante il percorso di studi. E’ previsto un elaborato di cittadinanza attiva e solidale per gli studenti ammessi con 6 in condotta, una specie di prova di cittadinanza, per verificare l’effettivo superamento delle carenze nel comportamento. Negli anni intermedi, un 5 in condotta segnerà la non ammissione all’anno successivo e sarà determinante per costituire i crediti nell’esame di maturità. L’alternanza scuola-lavoro, che non si chiamerà più Ptco ma “formazione scuola-lavoro”, con regole più stringenti per la tutela degli studenti. Le convenzioni tra scuole e aziende non potranno più includere attività in contesti ad alto rischio, mentre l’Inail avvierà campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza. I contratti relativi ai servizi di trasporto nell’ambito di uscite didattiche e/o viaggi di istruzione saranno inseriti tra quelli che devono essere aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. In questo modo si attribuisce una maggiore rilevanza alla qualità dell’offerta tra i criteri di aggiudicazione.

Riflettiamo su qualche punto della nuova ma sicuramente non ultima riforma. Cambiare la maturità è un’operazione veloce, a costo zero, che garantisce visibilità al Ministero, continuamente sotto attacco per scelte discutibili e spesso sulla pelle già martoriata dei docenti. Il cambio del nome e l’utilizzo delle quattro materie per il colloquio strizza l’occhio ai genitori dei ragazzi. Chi non ricorda la maturità di una volta, vogliamo tornare a quei tempi? Forse il nome mutato è omen, almeno nelle speranze degli adulti, in grossa difficoltà nel gestire comportamenti dei ragazzi che niente hanno di maturo. Forse se torniamo agli anni ’70 e oltre possiamo recuperare qualche frammento di comportamento civile, di partecipazione consapevole, di attenzione al presente che, comunque, chi più chi meno, ha formato la generazione dei baby-boomers. I giovani del tempo hanno avuto tutti i vantaggi di un periodo storico di crescita sociale, culturale ed economica. Peraltro, l’esame di maturità rappresentava allora l’accoglimento di istanze giovanili frutto della protesta studentesca. Oggi, il ritorno al vecchio nome e ad alcuni elementi già presenti nel passato sembra invece strizzare l’occhio non solo a tutte le riformine che si sono succedute negli anni, e che nella mente dei vari legislatori avrebbero dovuto garantire una crescita, una maturità consapevole per tutti coloro che stanno affacciandosi a scelte di vita consapevoli, ma anche ai problemi generazionali di una larga fetta di adulti/anziani. Certo, la bocciatura per chi sta zitto all’orale è condivisibile, il garantire la sicurezza nelle attività di alternanza scuola-lavoro altrettanto, specie alla luce di gravi incidenti occorsi nello svolgimento dei progetti, come anche l’attenzione alla qualità dei viaggi di istruzione in tema di sicurezza.

Sono piccoli accomodamenti, qualche piccolo accorgimento, ma niente cambia nella sostanza. Perché, se veramente vogliamo che l’esame di maturità sia tale, bisogna lavorare su programmi e proposte didattiche. Il passato non può tornare, soprattutto se lo si guarda con gli occhi del rimpianto. Ai ragazzi di oggi, iperconnessi e iperinformati, rimane solo la sensazione di vivere in un mondo vecchio e lontano dalle loro istanze.

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