Mi accingo a scrivere questo articolo in omaggio ad Angelandrea Casale, con il cuore sanguinante per la sua scomparsa. Per me la perdita di un amico non sostituibile.
Un amico vero, apprezzato maggiormente nella maturità di entrambi. Il divario di età, infatti, tra noi due, era minore del decennio, ma esso risultava più “pesante” quando la età di entrambi era meno avanzata.
Una profonda amicizia si è poi sviluppata e consolidata sempre più, con l’avanzare della età matura, quando le onde tempestose della mia vita – errante tra esperienze professionali ed esistenziali – mi portarono nei porti sereni e saldi della ricerca storica, nella quale Angelandrea Casale era un maestro, naturalmente eccelso, come ricercatore.
Un gran signore, sempre pronto a dare.
Angelandrea era per gli amici Andrea, e basta, Andrè per me, che così pronunciavo e scrivevo il nome, in modalità dialettale, in omaggio alla Napoletanità che ci permeava totalmente, quando ci incontravamo, spesso, abbandonandoci al più serrato dialetto nella sua biblioteca. Una biblioteca ricca di oltre cinquemila volumi, ubicata sotto casa sua, nei pressi della Piazza Vargas, nella sua Boscoreale, cui Andrea aveva dedicato studi e ricerche storiche, archeologiche e territoriali, senza pause. Inesausto e operoso è stato anche come Segretario della Associazione Internazionale Amici di Pompei, durante la Presidenza di Fausto Zevi e di Stefano De Caro, suo caro amico di gioventù, e – da un paio di anni – di Antonio Varone; tre grandi interpreti della Archeologia. Andrea è stato impegnato anche sulle sponde del Rotary dell’area vesuviana, insieme con sua moglie, la amata Amalia, sua ospitale e discreta ancella, dedita anche a me, in casa o in biblioteca.
Come autore di testi Casale ha firmato innumerevoli cataloghi, volumi, quaderni. Ispettore Onorario dei Beni Culturali ha curato i rapporti con Soprintendenze, Parco Archeologico di Pompei e MiC. Insomma, un infaticabile uomo di cultura, senza spocchia e senza reticenze.
Una grande perdita per l’intero Comprensorio vesuviano.
Andrè, ora chiudo, dicendoti arrivederci…