Un’altra stella si è spenta, martedì, a Parigi, è morta a 87 anni Claudia Cardinale, una delle attrici più amate dal pubblico, icona intramontabile del cinema europeo e internazionale. Ha conquistato il successo lavorando con i registi più prestigiosi, in Italia come in Francia e negli Stati Uniti, lasciando un segno che appartiene alla memoria collettiva.
Per molti resterà sempre Angelica del Gattopardo: il ballo sontuoso con il Principe di Salina, l’abito che sembrava scolpito sul suo corpo, lo sguardo fiero e insieme dolce. In quell’istante, Claudia Cardinale è entrata nella leggenda. E con lei i costumi sfarzosi, il trucco degli occhi, la sua risata luminosa: tutto è diventato parte di un mito. Non solo la bellezza di un’epoca, ma il simbolo di un cinema che sapeva far sognare e riflettere.
Ma la sua carriera non si è mai ridotta a un solo personaggio. Cardinale ha saputo spaziare con coraggio e intelligenza, alternando ruoli drammatici, romantici e profondamente umani. Da La ragazza di Bube a Il bell’Antonio, fino a C’era una volta il West, ha interpretato figure femminili diverse e sempre intense. Diretta da maestri come Visconti, Fellini, Bolognini, ha dimostrato di essere molto più di una “bella presenza”: in ogni scena portava un’intensità e una dignità artistica che la rendevano credibile e magnetica.
Spesso ha incarnato eroine tratte dalla letteratura, da Cassola a Lampedusa, da Moravia a Pirandello, diventando un tassello essenziale del nostro immaginario culturale. Negli anni ’60 raggiunge una popolarità pari a quella delle colleghe Loren e Lollobrigida, conquistando anche Hollywood, con La pantera rosa di Blake Edwards, I professionisti di Richard Brooks e numerosi titoli francesi, in una lingua che le era particolarmente naturale.
Visconti la volle ancora protagonista in Vaghe stelle dell’Orsa, Leone d’oro a Venezia, accanto a Jean Sorel, in un ruolo difficile e ambiguo. Seguono Gli indifferenti di Maselli e interpretazioni potenti in film che raccontano l’Italia e le sue ferite: da Il giorno della civetta di Damiani sulla mafia a La pelle di Cavani, da Claretta a Il prefetto di ferro e I guappi con Pasquale Squitieri, compagno di vita e di lavoro per decenni. Memorabili anche le collaborazioni internazionali, come Fitzcarraldo di Herzog o Enrico IV di Bellocchio. Nel 1986 la sua prova più impegnativa: la protagonista de La Storia di Luigi Comencini, tratto dal capolavoro di Elsa Morante, in cui diede corpo e anima a una madre travolta dalla guerra.
Negli ultimi anni, lontana dai set, Claudia Cardinale si è impegnata per i diritti delle donne e per la tutela dell’ambiente. Nel 2023 ha voluto la nascita della Fondazione Claudia Cardinale, pensata per sostenere giovani artisti provenienti da tutto il mondo e aiutarli a emergere nel difficile mondo dello spettacolo.
Anche la sua vita privata racconta di coraggio ed emancipazione. Ha affrontato pregiudizi, regole sociali e discriminazioni senza mai piegarsi, diventando un simbolo di indipendenza e libertà. Claudia Cardinale non è stata soltanto una star del cinema, ma una donna forte, consapevole e autentica. Dietro la diva c’è sempre stata una persona vera, capace di trasformare la sua fragilità in forza e di lasciare un’eredità che va ben oltre lo schermo.