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Ancora sul deposito di GNL nel porto di Napoli

by Pietro Spirito
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Il Ministero della transizione ecologica ha nuovamente pubblicato l’avviso per la realizzazione di un deposito di GNL nel porto di Napoli. Ed i due soggetti proponenti – Edison e Q8 – hanno ripresentato il proprio progetto, con integrazioni ed attualizzazioni.

I fatti sono pietre, tornano a riproporre la propria durezza anche a distanza di tempo. Accade anche che nemmeno i fatti più chiari e trasparenti servano a prendere le decisioni giuste, sia pure tardivamente.

Quando per la realizzazione di un deposito di GNL nel porto di Napoli mi sono inutilmente battuto, anche perché era previsto dal piano energetico nazionale, diversi politici locali, più o meno autorevoli, hanno cavalcato le proteste dei consueti Comitati per il No.

Già allora doveva essere chiaro che la transizione energetica si faceva con gli investimenti, e non con le chiacchiere. In Campania le energie fossili sono largamente dominanti: solo un ruolo attivo del porto come uova piattaforma energetica potrebbe contribuire in modo significativo ad un cambiamento di passo.

Poi è venuto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che era strettamente connesso con il Green Deal deciso dalla Commissione della Unione Europea, indirizzato alla prospettiva di superare le energie fossili tradizionali come pilastro delle economie comunitarie.

Non è bastato neanche quel mutamento così chiaro di indirizzo politico verso la trasformazione delle scelte energetiche per far cambiare idea a chi si era opposto alla realizzazione del deposito di GNL nel porto di Napoli.

Poi è venuta l’invasione della Ucraina da parte della Russia e, immediatamente a ruota, l’impennata clamorosa dei prezzi dei prodotti energetici, seguita dal taglio del 50% delle esportazioni di gas verso l’Italia da parte di Mosca.

Ora il Ministero della Transizione Ecologica ha deciso di far ripartire il processo delle autorizzazioni amministrative per la realizzazione del deposito di GNL nel porto di Napoli.

Ma, ne sono certo, ci sarà sempre qualcuno che continuerà a cavalcare le opposizioni territoriali. Forse, quando, durante il prossimo inverno, i russi decideranno di tagliare tutte le loro esportazioni di gas verso l’Italia, e i nostri termosifoni resteranno spenti, allora quegli stessi oppositori, improvvisamente dimentichi delle loro ostinate posizioni, si scaglieranno in modo veemente contro le burocrazie romane che hanno messo all’addiaccio i poveri cittadini campani. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere sul nostro futuro fosco, ormai adagiato nelle gracili mani di chi non sa nemmeno di ciò di cui si parla.