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Da “ex marionetta” a leader

by Gianluca Volpe
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Giuseppe Conte

Il 5 settembre del 2019 Giuseppe Conte giurava davanti al Presidente Mattarella inaugurando i lavori di un nuovo governo (il Conte bis) appoggiato da una nuova maggioranza: M5S, PD, LEU (e di lì a poco anche IV in seguito alla fuoriuscita di Renzi dal PD).

Ad un anno esatto di distanza, nel quale di cose più che straordinarie ne sono accadute, il professore universitario di Foggia è passato dall’essere considerato (e definito, anche in Europa) “la marionetta” di Salvini e Di Maio ad un leader con percentuali di gradimento altissime e sempre crescenti.

Ebbene si, la “marionetta” di Foggia ha continuato il suo lavoro affrontando le questioni, anche spinose e complicate, con la sua consueta eleganza e rispetto istituzionale e rispondendo sempre con garbo ed educazione ad ogni attacco, anche dei più brutali, che nessuno gli ha mai risparmiato.

Nell’intervista a tutto tondo durante la seconda giornata della festa del Fatto Quotidiano (che quest’anno è stata trasmessa totalmente in streaming per rispetto della normativa anticovid) ha risposto in modo puntuale ad ogni domanda, senza mai perdere la calma o rispondere sopra le righe, anche quando è stato provocato dal riporto di affermazioni poco lusinghiere fatte da “personaggi noti” sulla sua persona.

D’altronde, non è una novità! Tutti abbiamo potuto vedere come, pure durante il periodo complicato del lockdown, non si è sottratto mai al confronto aperto con i cronisti. Sono diventate famose le sue conferenze stampa in tarda serata, per le quali ha rischiato, assumendo in prima persona la responsabilità delle decisioni dell’intero Governo (anche e soprattutto quelle impopolari), di prendere interamente su di sé i demeriti di decisioni che potevano rivelarsi totalmente sbagliate.

Il lavoro fatto in Europa, attraverso il quale si è giunti ad un vero e proprio cambio di rotta nella politica economica, con la Germania della Cancelliera Merkel che ha abbandonato la linea dei rigoristi inaugurando una stagione di politiche d’investimenti che non si vedevano da decenni, è stato il fiore all’occhiello di quest’anno di governo che, con orgoglio, viene rivendicato dall’ex marionetta.

Il 20 e 21 settembre si vota. Ma davvero qualcuno può pensare che il risultato di una competizione amministrativa (in cui, oltretutto, di omogeneo nelle diverse competizioni locali ci saranno soltanto le matite per votare) possa pregiudicare in qualche modo la tenuta del Governo e pretendere di poter essere considerato politicamente serio?

Bene… l’arte dell’impossibile!!!