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Cosa succede al Teatro greco di Velia?

by Redazione
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Pubblichiamo integralmente il testo della lettera che la Sezione Cilento Lucana di Italia Nostra ha inviato lo scorso 18 febbraio al Parco Archeologico di Paestum e Velia, alla Soprintendenza di Salerno e al Ministero dei beni culturali.

Dai recenti articoli di giornale la scrivente associazione Italia Nostra sezione Cilento-Lucana ha potuto prendere atto dei lavori di restauro e di “recupero” del teatro dell’Acropoli di Velia che, alla vista delle foto pubblicate, hanno destato molta preoccupazione per l’impatto visivo dei nuovi intonaci che evidenziano innanzitutto una “trasformazione” del bene archeologico.

Nel merito del teatro si desidera ricordare che lo stesso fu oggetto, anni or sono, di un restauro conservativo realizzato con un sottofondo di terra armata, posto a sostegno dei gradini antichi. Appare quindi evidente che tale sottofondo è decisamente incompatibile con l’intenzione, espressa dalla Direzione del Parco Archeologico ed evidente nell’impostazione dei lavori in corso, di voler procedere, più che ad un restauro conservativo, ad una integrazione strutturale della cavea, finalizzata all’utilizzo proprio del teatro.

In qualità di Presidente della sezione Cilento-Lucano rappresento che Italia Nostra ha sempre privilegiato, tra i propri fini, quello di rendere fruibile ed aperto a tutti il patrimonio storico ed architettonico del nostro paese. Allo stesso tempo, però, non sfugge il fatto che l’area è già luogo, non solo di visite, ma anche di manifestazioni culturali molto partecipate, sebbene organizzate negli spazi sovrastanti l’antica gradinata, che, come sopra precisato, non avrebbe la portanza per ospitare una folla di avventori.

Non si intende ritornare su quanto gli articoli di giornale hanno già detto sulla conduzione dei lavori (di cui ci si augura vengano chiariti tutti gli aspetti), ma, sottolineando proprio il carattere di “trasformazione” e di rischio di deturpazione che i lavori in atto paventano, questa Associazione chiede a codesta Direzione del Parco e a tutti gli Enti in indirizzo, se le finalità dell’intervento siano quelle di aprire l’antico spazio agli spettacoli teatrali ed, in ogni caso, se questo progetto, di elevata importanza ed impatto, sia stato opportunamente approvato da una struttura collegiale di esperti e addetti al patrimonio archeologico statale.

Italia Nostra auspica un urgente reintegro dei luoghi, attualmente deturpati dalle chiazze di intonaco apportate dai lavori.

Non contraria alla fruizione dei siti storici, e quindi anche ad un possibile migliore uso dell’antico teatro greco, questa Associazione invita la Direzione del Parco archeologico di Velia allo studio di possibili soluzioni alternative. Allo scopo si suggerisce la creazione di strutture lignee o metalliche leggere, amovibili, ma non interferenti con l’impronta dell’antica struttura muraria. Tali strutture, infatti, potrebbero essere realizzate nella zona destra dell’attuale cavea, dove è presente il tracciato dell’antico fossato medievale della cittadella di Castellammare della Bruca.

In tal modo si otterrebbe un duplice risultato contestualmente alla possibilità di ospitare il pubblico in occasione di manifestazioni teatrali: da un lato, la configurazione della intera spazialità della cavea, dall’altro la conservazione del tracciato che comportò la distruzione, nel Medioevo, di una zona del teatro.