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De Luca/Crozza e l’omotransfobia

by Flavio Cioffi
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De Luca/Crozza è tornato. Con una boutade delle sue, il Presidente della Regione Campania ha preso posizione, tanto per usare un eufemismo, sul Ddl Zan contro le discriminazioni di genere. Lo ha fatto domenica sera alla Festa dell’Unità di Bologna usando queste parole: “Ma voi pensate davvero che sarebbe ragionevole che alle elementari si faccia la giornata contro l’omotransfobia? Ma andate al diavolo!” Andate al diavolo non è una considerazione di alto profilo politico, ma è innegabile che renda l’idea e sembra studiata a tavolino per attirare consensi. Non solo quelli che vengono dalla pancia della gente, ma anche di quanti ritengono giusto affrontare il problema e però non sono sicuri che le risposte contenute nel decreto Zan siano corrette.

De Luca ce l’aveva con l’articolo 7 del Ddl Zan che prevede la “istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”. Il fine è quello di “promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”. In quella Giornata “sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile”. Le scuole devono provvedervi “nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa”.

Non è facile in assoluto trattare efficacemente questo tema, in particolar modo nelle scuole e soprattutto nelle primarie. E non è neanche così scontato che sia davvero opportuno per i piccoli scolari. Dipende dalla professionalità del personale utilizzato, dal grado di approfondimento del discorso, dalle modalità comunicative e via dicendo. Probabilmente non sarebbero molti gli istituti in grado di predisporre un’iniziativa ben fatta. La critica di De Luca non è quindi del tutto infondata. Però il disegno di legge non parla specificamente delle scuole elementari e non sembra che la relativa offerta formativa debba obbligatoriamente contenere tali iniziative, sul cui contenuto concreto peraltro non dice nulla. E se l’iniziativa non fosse rivolta agli scolari ma ai loro genitori? Non sarebbe utile e senza rischi? Certo, la norma è scritta male. E’ generica e andrebbe ripensata. Ma è altra cosa rispetto all’andate al diavolo. Anche perché gli scolari sono comunque subissati di messaggi sul tema: dalla tv, dal cinema, dalla famiglia, dagli amici, eccetera eccetera. E poi chi è che dovrebbe andare al diavolo? Gli lgbtq+? Zan? il PD? A chi si rivolgeva e perché?

De Luca ha invocato “grande misura e grande senso di responsabilità”. Eppure, eccessi di semplificazione come il suo possono, di fatto e senza volerlo, innescare reazioni sostanzialmente e inconsciamente omofobe.