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Elezioni a Salerno. E’ ancora tempo di Vincenzo… Napoli

by Federica Inverso
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“Piaccia o meno, Salerno è De Luca”. Lo aveva detto il presidente della Regione Campania nel corso della chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco e primo cittadino uscente Vincenzo Napoli. Ed in effetti, aveva ragione.

Salerno sceglie la continuità, almeno per altri 5 anni. Napoli riottiene la fascia tricolore al primo turno staccando in maniera netta gli sfidanti con il 57,40% dei voti (39.323 preferenze). Seconda Elisabetta Barone, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, che sfiora il 17% (16,76%) con 11.479 voti. Terzo posto per Michele Sarno, del centrodestra, che si attesta al 16,02% (10.972 voti). Segue Antonio Cammarota (3.49% e 2.390 voti). Più staccati Gianpaolo Lambiase (2,23% – 1.526 voti), Oreste Agosto (1,91% – 1.311 voti), Simona Libera Scocozza (1,12% – 764 voti), Maurizio Basso (0,60% – 413 voti) e Anna Maria Minotti (0,48% – 326 voti).

Più nel dettaglio, la lista più votata è Progressisti per Salerno (17,60%), con Dario Loffredo recordman di preferenze, mentre tra i partiti spicca il risultato del PSI (8,24%). Il M5S con il 4,40 % è il primo partito della coalizione della Barone, mentre nel centrodestra Fratelli d’Italia si attesta al 4,75%. Seguito dalla lista Forza Italia-UDC-Liberal Socialisti al 2,79%.

Le liste della coalizione di centrosinistra hanno superato la soglia del 62%, conquistando il premio di maggioranza. Ai Progressisti per Salerno sono andati 7 seggi (Dario Loffredo, Antonio Fiore, Rocco Galdi, Angelo Caramanno, Vittoria Cosentino, Mimmo De Maio e Sorrentino Luca). 5 seggi a Campania Libera (Paky Memoli, Alessandro Ferrara, Felice Santoro, Pasquale Criscito e Antonio Carbonaro). 3 seggi alla lista Salerno per i Giovani (Paola De Roberto, Horace Di Carlo e Fabio Polverino). 3 alla lista del Partito Socialista Italiano (Massimiliano Natella, Gennaro Avella e Filomeno Di Popolo). 2 seggi a Popolari e Moderati (Gaetana Falcone e Giuseppe Zitarosa). 1 a Salerno con Voi (Tea Luigia Siano) e 1 a Per le Persone e la Comunità – Napoli sindaco (Giuseppe Gallozzi).

I dieci seggi dell’opposizione, invece, saranno così suddivisi. Oltre ad Elisabetta Barone, Michele Sarno ed Antonio Cammarota, 2 seggi andranno al Movimento 5 Stelle (Catello Lambiase e Claudia Pecoraro), 2 alla lista Barone Sindaco Oltre (Donato Pessolano e Corrado Naddeo – entrambi ex consiglieri di maggioranza), 1 a Fratelli d’Italia (Mimmo Ventura), 1 a Forza Italia-Udc-Liberal Socialisti (Roberto Celano), 1 alla lista Prima Salerno (Dante Santoro).

Questa nuova tornata elettorale premia, tanto a livello nazionale che locale, l’impegno di molti sindaci di centrosinistra. Una vittoria che a Salerno è stata nell’aria sin dall’inizio dello spoglio con i primi exit poll. “Ha vinto il progetto Salerno, un progetto che viene da lontano e che guarda al futuro”, il commento del riconfermato Vincenzo Napoli. Nel corso del suo intervento con la stampa presso il suo comitato di via Roma ha ringraziato tutti, volgendo già l’occhio al futuro. “La cosa desolante è che ci siamo dovuti confrontare con il nulla. Le parti a noi avverse non proponevano nulla. È stato sconcertante. L’unico obiettivo era smantellare la guida di questa città”, l’affondo.

Salerno rimane il fortino di De Luca. E a chi ha condannato un filone politico che “va avanti da troppo tempo” il sindaco Napoli ha risposto: “Se questa linea dura da 30 anni bisogna chiedersi perché. Noi stiamo andando avanti con grande determinazione e fermezza e così intendiamo procedere”. Ed in tarda serata, ormai a risultato delineato, per Vincenzo Napoli è arrivata anche la prima investitura da Piero De Luca, seguita poi dai complimenti del governatore della Campania che ha parlato di un risultato importante.

“Collaborazione con i 5 Stelle? Valuteranno il Sindaco e l’Amministrazione”, ha detto il governatore. Il riferimento è a Napoli città, dove la coalizione composta da 5Stelle, PD ed altri che sosteneva Manfredi si è rivelata una scelta vincente. Ma, come sottolineato dal presidente: “Le coalizioni non contano, contano i programmi e la credibilità”.

Nessuna sorpresa. Il feudo deluchiano è salvo.