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A Milano il centrodestra si ribella ai suoi leader

by Luca Rampazzo
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Fuori dalla sede della Borsa, in Piazza Affari, c’è una mano gigantesca. Ripresa nell’indecente posa cui tutti voi starete già pensando. Ecco, quell’opera iconoclasta è il riassunto di queste elezioni. Il popolo di centrodestra, solitamente mite e composto, ha raggiunto il famigerato punto di rottura. Ha guardato in faccia la dirigenza dei partiti, i Vip ed i semi Vip di rincalzo e ha deciso di esternare tutto il suo disappunto. Il disappunto per essersi trovato davanti un candidato molto al di sotto dei suoi requisiti minimi. Lo difende, Sala. E in fondo umanamente fa bene, non ce la si prende con un avversario a terra.

L’elettorato di centrodestra, però, non pare né incline al perdono né, soprattutto, portato al fair play con i propri leader. E così, dopo una notte di tregenda, è apparso chiaro che il mite popolo che sostenne Albertini e Moratti è diventato decisamente vendicativo. E ha lanciato un messaggio inequivocabile: non azzardatevi mai più a usarci come merce di scambio politica. Lo ha fatto non votando. E consegnando ad entrambi gli aspiranti dominatori della scena politica a destra un dieci percento (sfiorato per Fratelli d’Italia, appena superato per la Lega) che sa di 6 punitivo. Due talenti umiliati, ma non tanto da costringerli al ritiro. Abbastanza, però, per assicurarsi che questa mancanza di rispetto non avvenga mai più.

Sia chiaro, nulla da parte di chi scrive contro Bernardo. Ma vox populi, vox Dei. E la voce di Dio, stanotte, ha fatto tremare la terra…